Maltrattamenti in famiglia, arrestato 44enne a Lizzano
La nota stampa dei Carabinieri
I Carabinieri della Stazione di Lizzano (Taranto) hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 44 anni, pluripregiudicato del luogo, il quale è stato ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia.
I controlli effettuati da parte dei militari, l’uomo sottoposto agli arresti domiciliari e le urla provenienti dal suo appartamento
Durante un servizio finalizzato al controllo dei soggetti sottoposti a misure limitative della libertà personale, arrivati nei pressi dell’abitazione del 44enne, sottoposto agli arresti domiciliari, hanno sentito urlare dal suo appartamento al secondo piano di una palazzina.
Le minacce di morte all’anziana madre
Giunti sul pianerottolo dell’abitazione hanno trovato l’uomo che dopo aver messo a soqquadro tutta la casa stava minacciando di morte l’anziana madre.
La denuncia della donna e i maltrattamenti subiti, ormai, da tempo
La donna, tranquillizzata e messa in condizioni di sicurezza, ha denunciato ai militari che il proprio figlio, anche per futili motivi, la maltrattava ormai da tempo.
L’uomo è stato arrestato e tradotto presso la casa circondariale del capoluogo ionico
Condotto in caserma è stato arrestato e condotto in carcere.
Art. 612 Codice Penale – Minaccia
Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.
Se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell’articolo 339, o se è commessa a danno di un minore o di persona in stato di infermità o deficienza psichica o se ricorrono circostanze aggravanti ad effetto speciale, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d’ufficio.
Il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi
“Sussiste il delitto di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p. tutte le volte che la relazione presenti intensità e caratteristiche tali da generare un rapporto stabile di affidamento e solidarietà”. La lettera della norma punisce, infatti, “chiunque, fuori dei casi indicati all’art. 571” (“Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina”), “maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte”, configurando, dunque, un reato con un’ampia platea di possibili soggetti passivi e attivi.
Art. 572. Maltrattamenti contro familiari e conviventi.
Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da due a sei anni [c.p. 29, 31, 32].
Se dal fatto deriva una lesione personale grave [c.p. 583], si applica la reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva una lesione gravissima, la reclusione da sette a quindici anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a ventiquattro anni.