Natura selvaggia e scorci mozzafiato… questo ed altro alle isole Eolie

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Le chiamano le sette sorelle queste perle del mar Tirreno, ma sono meglio conosciute come Isole Eolie. 

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Chiunque, almeno una volta nella vita,
dovrebbe fare un tour delle isole Eolie: la natura selvaggia, la bellezza di certi panorami e l’ atmosfera di tranquillità che domina le isole hanno un effetto quasi catartico sull’ anima umana.
Il viaggio alla scoperta delle isole comincia con l’ imbarcarsi su una piccola nave da crociera, che solitamente parte da uno dei porti situati in una delle provincie messinesi, ad esempio il porto di San Gregorio, a Capo D’ Orlando. Solitamente queste escursioni prevedono la sosta solamente su due delle sette isole, Lipari e Vulcano, Alicudi e Filicudi, Filicudi e Salina oppure Stromboli e Panarea. Ed è forse quest’ ultima la coppia più interessante, infatti durante la traversata della durata di circa due ore, si possono ammirare abbastanza da vicino tutte le isole, dal momento che Stromboli e Panarea sono le più lontane.
La disposizione delle Isole ricorda quella di una Y coricata: Alicudi si trova ad ovest, seguita da Filicudi e Salina, a nord ci sono Panarea e Stromboli, mentre a sud ci sono Lipari e Vulcano.
Le isole Eolie prendono il loro nome dal dio Eolo che, secondo la mitologia greca, era il dio domatore dei venti. Un’ altra denominazione che spesso si attribuisce alle Eolie è isole del fuoco, in riferimento alla loro origine vulcanica.
Nel 2002 l’ arcipelago è stato dichiarato patrimonio dell’ Unesco.
Dopo circa mezz’ora di navigazione si incomincia ad  intravedere la prima isola dell’ arcipelago: Alicudi. Questa è l’ isola meno abitata, ha solamente 50 abitanti. Inoltre è sprovvista di strade carrozzabili.
Il mare intorno alle isole, oltre ad essere di un colore blu intenso, è anche molto pescoso. Gli abitanti delle isole si dedicano alla pesca del pesce azzurro, una volta considerato il pesce dei poveri, del gambero e della cernia.
Superata Alicudi, la nave passa davanti a Filicudi, la più “vecchia” delle sette sorelle.
La terza isola in cui ci si imbatte durante la traversata è Salina. Ha circa 2300 abitanti ed è ricordata per essere l’ isola in cui è stato esiliato Pablo Neruda. A Salina viene prodotto un vino chiamato la “Malvasia delle Lipari” e vengono coltivati capperi  che vengono esportati in tutto il mondo.
Poi si vedono Vulcano Lipari.  Non è difficile immaginare perchè Vulcano sia stata chiamata così. L’ ultima eruzione risale al 1888, ma ancora adesso gli abitanti dell’ isola la definiscono una “pentola a pressione”.
La nave passa vicino a quello che è stato denominato lo Scoglio delle sirene perchè, secondo la mitologia greca, proprio in quel punto passò Ulisse quando ordinò ai suoi compagni di legarlo all’albero della nave, perchè voleva sentire il canto delle sirene senza però caderne vittima.
Lipari è l’ isola più urbanizzata e, oltre ad avere ben 27 vulcani, ha anche la bellissima cattedrale di San Bartolomeo nel suo centro storico. Il santo patrono di tutte le isole dell’ arcipelago è appunto San Bartolomeo, in aramaico “colui che si muove nelle acque”. Si festeggia il 24 agosto.
Sono passate quasi due ore dalla partenza e finalmente si intravede l’ isola di Panarea. Ci si passa davanti però, perchè il tour Stromboli/Panarea comincia dalla visita di Stomboli.
Panarea è costeggiata da isolotti, formatisi dopo che parte della scogliera è franata. Una si chiama Dattilo, perchè la sua forma somiglia molto a quella di un dito, un’ altra invece è famosa perchè meta preferita da Lady Diana per le sue vacanze. Poco distante da Panarea c’è Stromboli. Ciò che colpisce chiunque approdi su quest’ isola è la spiaggia fatta di ciottoli neri, che si trova ai piedi della zona montuosa.  Le vie di Stromboli sono strette ed in salita, piene di negozietti di souvenir e delle tipiche casette bianche e senza tetto in stile eoliano. Percorrendo una di queste stradine in salita, si arriva alla chiesa di San Vincenzo, che prende il nome dal borgo in cui si trova. Vicino alla chiesa c’è una terrazza che si affaccia sul mare, dalla quale si può intravedere anche l’ isolotto di Strombolicchio, che gli abitanti considerano quasi un essere dotato di vita propria, tanto da chiamarlo id , che in latino vuol dire lui, esso. Nella parte posteriore dell’ isola c’è una zona chiamata Sciara del fuoco. Un attento osservatore potrà sicuramente notare il rosso della lava e i lapilli che rotolano lungo la fiancata del vulcano, per poi tuffarsi nel mare. Vulcano a parte, a Stromboli si respira aria di pace e tranquillità, la stessa che si vede dipinta sui volti dei suoi abitanti.
Prima di allontanarsi da Stromboli, la nave passa davanti a Ginostra, una piccola località di 27 anime che vivono di pesca, agricotura, pace e tranquillità.
La nave attracca al porto di Panarea.  Su un muretto che si affaccia sul mare sono state disposte numerose lanterne bianche e di sera l’ isola è illuminata solo da queste. Questa è l’ isola dal doppio volto: di giorno vita tranquilla, ma quando cala il sole si trasforma, diventando l’ isola dei Vip e della trasgressione.
Gli scorci mozzafiato, le case bianche con le finestre dai colori vivaci e i grandi giardini fioriti danno al visitatore l’ impressione di trovarsi in un film. Ed è quasi un peccato che quest’ isola sia destinata ad essere inghiottita dal mare, dal momento che ogni anno sprofonda di un centimetro.
Il tour si è concluso, i turisti risalgono a bordo della loro piccola nave da crociera,  stanchi ma con gli occhi ancora pieni delle meraviglie che hanno visto.