Putin cancella il debito di Cuba

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Qualche giorno fa il Cremlino ha smentito la notizia di un imminente riapertura della base militare cubana. Putin, dopo l’incontro con Fidel Castro, ha annunciato la cancellazione del debito cubano.

Nel 2001, il governo russo aveva optato per la dismissione dell’insediamento militare di Lourdes, a sud de L’Avana, ma giovedì scorso era trapelata la notizia di un accordo tra Russia e Cuba per la riapertura della ex base sovietica. Da Brasilia, tuttavia, Putin aveva negato questo progetto, sostenendo che la Russia è già in grado di provvedere alla propria difesa.

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Ciò che è certo è che il presidente russo ha comunicato la cancellazione del 90% del debito cubano, accumulato nei confronti dell’Unione Sovietica ed ereditato dalla Federazione Russa dopo la dissoluzione di quella. Il debito ammontava a circa 26 miliardi di euro.

L’intesa tra i due Paesi sarebbe stata raggiunta nel corso della visita del presidente Vladimir Putin nella nazione caraibica, avvenuta due settimane fa. Durante l’incontro con Raul Castro si sarebbe discusso anche della possibilità di nuovi investimenti russi per il rilancio dell’economia dell’isola. Tali investimenti verrebbero incentivati dal governo attraverso il rimanente del debito che Cuba dovrà saldare nei prossimi dieci anni.
Tuttavia, dopo i rumors riguardanti la riapertura della base radar, una domanda rimane senza risposta: che cosa ha dato alla Russia, in cambio, il governo di Cuba? Il rilancio di questi rapporti lascia intravedere soltanto (malcelati) interessi economici, o anche un’alleanza politico-militare di più ampia gittata?

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Ad oggi, la popolarità di Putin non da’ cenni di cedimento. Secondo i dati pubblicati da Time, l’indice di gradimento del presidente russo è salito al 83% (+29% dal 2013). Inoltre, a fronte di un 78% di cittadini russi orgogliosi del proprio esercito, c’è da chiedersi se eventuali indugi sul supporto russo ai ribelli ucraini siano ancora ipotizzabili o, piuttosto, utopici.