Raffaele Sollecito – oggi 32enne e laureatosi in carcere in Ingegneria Informatica con 110 e lode all’Università di Verona con una tesi sul caso che l’ha riguardato in prima persona dal titolo “Innocentisti e colpevolisti sul web” – fa parte della squadra del programma condotto dal giornalista Remo Croci in cui si parla di cronaca nera e di giustizia, iniziato sabato 2 aprile sui canali 51 e 111 del digitale terrestre – il tema della serata è stato il delitto di Sarah Scazzi ad Avetrana –. La notizia che il giovane faccia parte dello staff, farà sussultare molti, perché il suo nome è legato alla vicenda dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto la notte del 1° novembre 2007 in una casa per studenti in Via della Pergola a Perugia, dove alloggiava anche l’allora fidanzata di Raffaele, l’americana Amanda Knox.
Ma sia Raffaele che Amanda sono stati definitivamente assolti in Cassazione il 27 marzo 2015 in mancanza di prove che avessero commesso il fatto. In carcere è rimasto solo l’ivoriano Rudy Guede, condannato definitivamente a 16 anni con rito abbreviato come unico colpevole dell’omicidio.
Raffaele Sollecito può dunque concentrarsi su questa esperienza televisiva, in cui avrà il ruolo di “esperto di giustizia” – e certamente di esperienza in questo campo ne ha acquisita, anche se sul banco degli imputati – .
Può sembrare uno specchietto per le allodole bello e buono, ma è stato difeso da Paolo Liguori, il direttore di TgCom24 in persona, che lo ha voluto nel programma anche perché potesse raccontare ciò che ha passato pur essendo innocente – ricordiamo però che la sua assoluzione e quella di Amanda Knox hanno amareggiato i familiari di Meredith, anche perché i due ex fidanzati furono precedentemente condannati a 25 e a 26 anni di reclusione –.
Raffaele Sollecito aveva fatto già discutere nel febbraio scorso perché aveva annunciato di aver creato una start – up, un servizio on-line, per ricordare il caro estinto, per esempio ordinando fiori e pulizie delle lapidi.