Recanati e Loreto: dove cultura e spirito si incontrano…

Poesia e arte, fede e cultura in due antichi borghi storici delle Marche

Nel cuore delle Marche, superato il promontorio del Conero,  in cima ad un colle nell’entroterra, appare l’antico borgo di Recanati, oggi definito  “la Città della Poesia” grazie al suo più grande  poeta che qui ebbe i suoi natali : Giacomo Leopardi.

Molti suoi versi tornano alla mente attraversando le vie del borgo, all’ombra degli antichi palazzi in mattoni, nel tipico stile marchigiano, palazzi e chiese che lo arricchiscono  di arte e spirito..: “…e come il vento…odo stormir tra queste fronde, quello infinito silenzio e questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni , e la presente e viva, e il suon di lei…” Attraversando le vie, lo sguardo incontra i suoi versi affissi ad un muro, che riportano indietro nel tempo, insieme all’atmosfera di un tempo che fu….Si giunge cosi a palazzo Leopardi, che imponente si affaccia sulla piazzetta detta “Del Sabato del Villaggio”, dove egli godeva del clima di festa che si preparava la sera prima, per la domenica…

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Del palazzo, abitato in parte dai discendenti della famiglia, si può visitare solo una zona, quella dove insegnavano  e dormivano i precettori e la vasta biblioteca, divisa in almeno quattro sale, che ospitano circa 20.000 volumi, avviata con passione dal padre Monaldo e poi continuata dai successori. Questi aveva sposato la marchesa Adelaide Antici Mattei, da cui ebbe sette figli: dei quattro sopravvissuti, Giacomo, il maggiore, nacque con il morbo di Pot, che gli procurò la deformazione dello scheletro, oltre ad avere una delicatezza di salute per cui in seguito si ammalò di tisi. Seguirono Paolina che non si sposò, Carlo e PierFrancesco, l’unico che diede la discendenza alla famiglia. I ragazzi venivano fatti studiare davanti al padre che seduto alla sua scrivania li controllava. Periodicamente poi preparava per loro degli esami con domande e invitava i conoscenti della famiglia ad assistere, mentre i figli,emozionatissimi,cercavano di mostrare quello che avevano imparato.

Giacomo a  14 anni studiò da autodidatta la lingua ebraica,ed a 17 il suo precettore gli disse che non aveva più niente da insegnargli, tanto era preparato….Egli aveva una memoria fortissima, detta “eidetica”, che gli permetteva di leggere 6 libri al giorno, ricordando tutto.  “Quanto caro mi fu quest’ermo colle…e il naufragar mi è dolce in questo mare”. E’ l'”Infinito”, una delle sue più grandi poesie, che gli suscitò la vista  dell’immenso panorama del monte Tabor, detto appunto “Il Colle dell’Infinito”.Nell’interno del Parco ha sede il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura, dove si svolgono seminari, convegni ed eventi culturali.

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Una delle tante chiese antiche è S.Agostino(1200), nel cui cortile del chiostro si può vedere la “Torre del Passero Solitario”: “Alla campagna cantando vai, passero solitario, finchè non muore il giorno ed erra l’armonia per questa valle…” Da poco è stata aperta al pubblico anche la casa di Silvia, in vita Teresa, figlia del cocchiere di famiglia, che Giacomo vedeva filare dalla finestra del suo studio. “Io gli studi leggiadri talor lasciando  e le sudate carte, ove…di me si spandea la miglior parte….porgea gli orecchi al suon della  tua voce e alla man veloce che percorrea la faticosa tela…” ( A Silvia) .La fanciulla però si ammalò di tisi e morì a soli vent’anni colpendolo profondamente, a tal punto che cominciò ad avvertire la natura come “matrigna”…

Molti sono tuttavia i luoghi da visitare a Recanati, oltre a casa Leopardi, a partire dalla Cattedrale San Flaviano(XIV sec), senza una vera facciata, a cui sono annessi il palazzo vescovile  e le ex-carceri. Al suo interno si trova il sarcofago di papa Gregorio XII° e il Museo Diocesano. Numerose sono le antiche chiese, risalenti addirittura al 1200., come la chiesa di S.Maria di Castelnuovo, la più antica , dal bel bassorilievo che si distingue nella lunetta del portale in stile bizantino, che raffigura la Madonna in Trono con i Santi Michele e Gabriele.

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Si giunge infine a piazza Leopardi e al magnifico Palazzo Comunale, in stile neoclassico. Sorse alla fine dell’800, in occasione del centenario dalla nascita del poeta. Recanati è anche la patria del grande cantante tenore di musica lirica Benjamino Gigli,a cui è stato dedicato un interessante museo all’interno del Municipio, con i documenti e gli oggetti che gli sono appartenuti. Al centro della piazza la statua del poeta guarda con sguardo malinconico i suoi compaesani, non lontano dalla Torre del Borgo, ghibellina: sul fronte risaltano lo stemma di Recanati e quello della città di Fermo (XIII°sec.), che fu donata a Recanati come simbolo di ospitalità. L’orologio tuttora funzionante risale al 1562. Di Benjamino Gigli si può andare  a visitare la tomba a forma di piramide, mentre sul colle di Montarice spicca la sua bianca villa immersa nel verde parco.

Non lontano, a pochi chilometri, si trova Loreto, che ospita il Santuario in cui è racchiusa la Santa Casa di Nazareth. Sono tre mura di mattoni originali di 2000 anni fa, dove la Vergine Maria ebbe l’Annunciazione ( l’Angelo Le annunciò che sarebbe divenuta la Madre del Figlio di Dio, Gesù)e  dove visse in seguito con  S. Giuseppe e Gesù, finchè Egli usci di casa a trent’anni. Le mura furono  trasportate qui  su delle navi intorno al 1200. Nel 1500 fu circondata da una cinta di mura marmorea con magnifici bassorilievi per proteggerla, mentre intorno crebbe il Santuario. La  cittadella, interamente fortificata da  alte e possenti mura e i torrioni che ne circondano l’abside, appare dall’alto come un castello, da cui spunta solo la cupola.

Dall’esterno la vista abbraccia per intero il parco con la scala santa, il monte del Conero da un lato e la striscia azzurra di mare  sconfinato che si perde all’orizzonte…

Grazia Paganuzzi