Siamo in un piccolo antico borgo marinaro della Riviera Ligure di Levante: Lavagna. Qui, tra portici e palazzi d’epoca restaurati, si può tornare indietro nel tempo di oltre un secolo a casa Carbone, la tipica casa borghese ligure dell’800.
Appena si entra nel fresco verdissimo giardino, si comprende già che il tempo si è fermato: tra le piante fiorite ci si può ritirare su una panchina o ad un tavolino di ristoro godendo dell’atmosfera dolce, dei suoi profumi, del silenzio...L’appartamento, un tempo appartenuto ai signori Siria ed Emanuele Carbone, si trova al primo piano.
Quando si accede alla sala d’ingresso , l’atmosfera di questa antica casa signorile avvolge chiunque inevitabilmente, catapultandolo in un altro pianeta. Il bel tavolo rotondo con le sedie imbottite, ornato da un centrotavola in porcellana con putti e fiori , è circondato da mensole, consolle, uno specchio dalla cornice dorata, poltrone in raso, indice di un tempo che non è più, di un’altra vita.
Libri appoggiati qua e là indicano l’importanza data alla cultura dai padroni di casa, in particolare da lui, Emanuele Carbone, che venne ad abitarvi con la sorella Siria e la madre, dopo la morte della moglie. Oltre al pregio dei mobili antichi, si distinguono anche alcuni pezzi di particolare valore artistico, che parlano anche degli interessi ed abitudini dei suoi abitanti, come nella sala d’entrata, dove, oltre ad un pregevole ritratto di un vescovo di Veimer, vi è una bellissima statua della Vergine, acquistata e posta qui dalla signora Siria.Andando avanti si accede al salottino con le bambole in porcellana,dove lei ospitava le sue amiche, anticamera allo studio del fratello Emanuele.
Quest’ultimo rivela la sua personalità poliedrica, ricca di interessi culturali e d’arte: i suoi strumenti scientifici e astronomici, come le scatole musicali e gli orologi (già nella sala d’entrata), ma ciò che salta più all’occhio sono i burattini da lui stesso creati, in particolare quelli della fiaba di Pinocchio e della commedia dell’Arte, con cui è stato allestito un mobile vetrina, mentre altri sono appesi ad una parete. Tra i suoi libri si trova una Bibbia latina xilografata impressa a Lione nel 1566 e il Libro D’Oro della nobiltà di Genova, acquisito per aver compiuto degli studi di araldica. Interessanti sono anche le riviste, tra cui vi è la raccolta tra gli anni ’40 e ’70 di “The Studio”, un periodico britannico di prestigio.
Attraverso la sala d’ingresso si può poi accedere alla cucina, corredata con una bella collezione di pentole di rame, un po’ appese, un po’ appoggiate e gli strumenti di una volta come il macinino , o il camino in muratura sopra i vecchi fornelli. Di fianco, la sala da pranzo è ancora apparecchiata nei minimi dettagli, con i bei piatti in porcellana, le coppe di cristallo e l’argenteria, come usavano fare per i pranzi con amici stretti. Accanto, un pregiato caminetto scaldava l’ambiente, mentre un mobile-vetrina in perfetto stile ‘Ottocento ospita tuttora sopra dei centrini in pizzo il resto della collezione di porcellane di Wadgwood.
Dalle pareti laterali si accede alle camere da letto: severa quella di Emanuele, più femminile quella di Siria, arredata con un mobile toilette con le sue collane. Notevole però è soprattutto il bel quadro della Natività sopra il letto, che domina la stanza.
E’ questa Casa Carbone, dove il tempo si è fermato più di cento anni fa…
Grazia Paganuzzi