Sopravvissuta alla strage a scuola, si toglie la vita

Un dolore immenso

Sgomento e dolore in Florida per il suicidio di una ragazza di 19 anni, Sydney Aiello, che era sopravvissuta l’anno scorso alla strage nel liceo di Parkland. La ragazza era sopravvissuta alla strage ma le ferite psicologiche non si erano mai del tutto riassorbite, incubi e sensi di colpa per i suoi amici morti durante quella sparatoria a scuola non l’avevano mai lasciata e continuavano a tormentarla.

Era troppo difficile fare i conti con un passato così tragico, quello che era successo a scuola era un evento estremamente traumatico che non superare solo con il tempo, non  si poteva dimenticare.

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Il senso di colpa

I genitori hanno detto che la figlia si è tolta la vita per il «senso di colpa di essere sopravvissuta». Fra le 17 vittime della sparatoria del 14 febbraio dell’anno scorso c’era anche la migliore amica di Sydney, Meadow Pollack.

Troppo grande era il senso di vuoto, troppo grande la mancanza della migliore amica. Le domande che venivano in mente erano tutte sul perché lei era sopravvissuta mentre invece la sua amica era morta così tragicamente, domande a cui non si può dare risposta ma che si insinuano nella mente fino a portare al suicidio. Questa è stata la vita di Sydney, un susseguirsi di sensi di colpa.

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La sparatoria e le armi facili

La sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School ha provocato la nascita di un movimento di studenti in tutti gli Stati Uniti per chiedere un maggior controllo sulla vendita delle armi. Fra i protagonisti di questa battaglia vi sono diversi sopravvissuti alla strage.

Studenti e insegnanti chiedono la fine delle armi facili, troppi ragazzi sono già morti e ancora tanti ne moriranno se non ci saranno delle leggi più severe. La vendita di armi non è un gioco, le armi possono uccidere e finire nelle mani sbagliate.