Settembre 2014 la nota azienda editoriale tedesca Berteslamm pubblica uno studio condotto dall’Omonima fondazione sulle condizioni di vita dei cittadini europei.
Secondo lo studio, ai vertici della classifica ci sono i paesi nordici (Svezia, Finlandia, Danimarca e Olanda), mentre in fondo c’è la Grecia. Sfogliando le pagine si legge “L’Italia mostra un trend preoccupante”, visto che nella maggior parte dei 35 indicatori sociali presi in considerazione il nostro paese è sotto la media europea. Il 30% della popolazione è minacciato da povertà o esclusione sociale, e rispetto al 2007 è raddoppiato (da 6,8% a 12,4%) il numero di quelli colpiti da “severe privazioni materiali”.
Complessivamente, il punteggio di giustizia sociale attribuito all’Italia è di 4.70, contro i 5.16 punti del 2008 e del 2011. Un dato ulteriormente appesantito da una disoccupazione giovanile al 40%, e dalla più elevata percentuale europea di giovani che non studiano né lavorano (32%). Circa un terzo dei giovani italiani quindi rischia di restare fuori dal mercato del lavoro in modo permanente.
E’ poi fortissimo l’allarme povertà. In un passaggio del rapporto si legge infatti: Ovvero: “L’andamento in Italia e Spagna suggerisce per la povertà una traiettoria simile a quella vista in Grecia”. La reietta dell’Unione Europe sta continuando a pagare il prezzo piu’ alto per la crisi e il crollo delle proprie banche. Ad arrancare sullo sfondo, inseguendo spread e pareggio in bilancio c’è l’Italia, dove gli indicatori sociali si rivelano quasi tutti bassissimi. Cifre e studi possono restare dei segni astratti che riempiono fascicoli e fascicoli che nessuno leggerà mai, allora noi girando per il web abbiamo cercato di capire come vivono oggi negli stati somaro dell’Unione i giovani, il futuro e la speranza di ogni stato e nazione ecco cosa ne è venuto fuori:
«Ottenere un buon posto di lavoro in Grecia è come vincere alla lotteria», scrive una giovane greca emigrata a Parigi, che una volta ritornata ritornata ad Atene a causa della nostalgia si è vista costretta a firmare un contratto con un salario di 700 euro mensili, ridotti a 600 quando stava per firmare il contratto. 600 euro, la cifra dello stipendio medio in Grecia a prescindere dal titolo di studio.
Fuga dallaGrecia!
A dirlo un articolo del Der Spiegel del 2013, circa 120mila “cervelli” greci hanno lasciato il paese dal2010. E i ragazzi, che in questi giorni iniziano a studiare, programmano di andare all’estero dopo la laurea. Game designer nel Regno Unito, corrispondenti di guerra per agenzie di stampa internazionali: questi alcuni dei sogni, dei giovani universitari greci, affidati a post su facebook o twitter
Idem in Italia: La situazione non cambia nel nostro paese. Cresce continuamente il numero dei gruppi su facebook di Italiani emigrati a Londra, Berlino ed altre capitali europee. Chiara scrive: “ da una settimana a Londra per avere un futuro che in Italia non si puo’ neanche minimamente sognare, sono passata da Mac Donald, come funziona qui?, vorrei iscrivermi alla London School Journalism, che zona mi consigliata per trovare casa?”
In Spagna invece, 68 giovani su 100 pensano alla fuga, e su facebook nasce la pagina Sapgnoli a Monaco di Baviera.
Generazione di viaggiatori e precari, ecco il senso delle cifre della Berteslamm, ecco una delle faccie dell’Europa quella che arranca si piega ma non demorde e un giorno rifiorirà con i propri giovani.