Tiziana e le altre vittime del web

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La giovane donna nella foto si chiamava Tiziana Cantone e ha deciso di togliersi la vita in una bella mattina di settembre a causa di un video intimo che doveva rimanere privato ma invece è finito nel tritacarne della rete e subito sono cominciati gli insulti e i commenti fuori luogo e offensivi. Tiziana aveva fatto di tutto per cercare di fare rimuovere il video dalla rete, aveva anche lasciato la sua città natale e stava cambiando identità, ma tutto alla fine si era rivelato inutile e il video era sempre lì a perseguitarla. Quando hanno cominciato a circolare anche delle parodie volgari e offensive, che non mostravano neanche un briciolo di rispetto per la sensibilità di Tiziana, lei non ce l’ha più fatta a sopportare la gogna mediatica e ha deciso di togliersi la vita impiccandosi con un foulard nel garage della sua casa.

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Ma il caso di Tiziana non è l’unico perché solamente pochi giorni prima una ragazzina di 17 anni era stata violentata da un ragazzo albanese nei bagni di una discoteca di Rimini mentre le sue amiche, invece di aiutarla e chiamare i soccorsi, ridevano e filmavano tutto per poi postare il video su WhatsApp. Tanti sono purtroppo  i casi di video e foto che dovrebbero rimanere privati e invece sono pubblicati su Internet senza pensare alle conseguenze, perché il web è spietato e non c’è nessuna pietà per le persone più sensibili, i commenti offensivi spesso non lasciano scampo a chi li subisce: anche i social possono diventare un’arma letale.

Tante ragazzine e giovani donne come Tiziana hanno preferito il suicidio piuttosto che dovere subire ogni singolo giorno i commenti volgari e le risatine di chi pensa di essere divertente, ma invece è solamente uno che nasconde i suoi problemi sbeffeggiando gli altri. Chi scrive commenti offensivi o guarda video hard su Internet non ha la minima idea di quanto una persona possa soffrire vedendo i suoi momenti più intimi sbattuti su Internet e non ha alcun rispetto per gli altri.

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Una buona educazione al rispetto di tutti e corsi scolastici sull’uso corretto della rete forse potranno in futuro evitare che si ripetano tragedie simili e che altre famiglie piangano i loro figli uccisi da Internet.

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