Un gioiello in una città: Palazzo Estense di Varese

Arte e cultura

Un tempo lo chiamavano la “Versailles di Milano”: così l’aveva nominato Stendhal.

E’ il Palazzo Estense di Varese, circondato da un immenso parco fiorito che si arrampica fin sulla collina. Fu costruito nel 1766-1771 per ordine del Duca di Modena Francesco II° d’Este, che aveva ottenuto la signoria di Varese dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria.

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La facciata dai balconi in ferro battutto sulla via Sacco si differenzia notevolmente da quella interna di fronte al parco, molto più particolare , dallo stile detto “barocchetto lombardo”, con alcuni influssi neoclassici. Sul frontone si nota la meridiana con lo stemma dell’Aquila Ducale.

Purtroppo l’interno non è rimasto completamente integro.Tuttavia notevole è ancora il Salone d’Onore al pian terreno : vi si possono ammirare architetture  illusionistiche sulle pareti e un grande medaglione affrescato da Ronchelli. Magnifico è il grande camino  in marmi policromi e gli scintillanti lampadari in cristallo che illuminano spesso conferenze e concerti. Al primo piano  si sono conservate quattro nicchie con busti femminili del Settecento, ma soprattutto la gande sala da Ballo, tuttora decorata con tappezzerie del Cinquecento-Seicento, in cui spicca l’affresco della Vergine con Bambino, realizzato dalla scuola del Morazzone.

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In realtà l’architetto Bianchi si ispirò  molto alla residenza imperiale estiva di Vienna, Schonbrunn, soprattutto per realizzare il vasto parco, uno tra i più notevoli giardini in stile Settecento di tutta la Lombardia. Di fronte alla facciata domina la grande fontana e di seguito il parterre che  ne costituisce l’apice. Si può aggirare risalendo i sentieri che lo circondano al di sopra delle aiuole fiorite, e si arrampicano sulla collina, arrivando sino in cima: da qui si può godere la vista sconfinata non solo di tutti i giardini, ma anche delle magnifiche montagne, ancora candide di neve, del Ceresio, mentre più in basso si distingue l’altura verdeggiante di Biumo Superiore.

Un po’ di storia

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Dopo la morte del Duca, il palazzo passò alla marchesa Serbelloni e adibito a diverse funzioni, anche militari. Nel 1837 poi fu ereditato dai Trivulzio e dal dott. Carlo Pellegrini Robbioni che ne ridisegnò in parte il giardino secondo l’impostazione romantica dell’epoca, con nuovi percorsi. Vi furono aggiunti anche una filanda e un opificio per la lavorazione della seta.

Infine nel 1882 venne acquistato dal Comune di Varese, di cui è tuttora il Municipio.

Grazia Paganuzzi