Verona, fan di Salvini offende poliziotta della Digos

Poliziotta, dirigente della Digos, insultata da un fan di Salvini. Dura la replica del ministro che ha criticato duramente la presenza dei centri sociali all'interno delle manifestazioni e dei sui incontri in piazza. Sono arrivati i commenti di Di Maio, altri esponenti e associazioni. Karim si è scusato con i giornali.

Un video terribile a Verona che ha fatto il giro di tutto il mondo e ha unito tutti i politici per condannare le minacce e gli insulti verso una poliziotta, la dirigente delle Digos Tea Mercoli, aggredita a parole e gesti da un sostenitore della Lega chiamato Karim.

Il video dell’aggressione

Il tutto inizia sembra da un’offesa che riceve da lontano e le urla “Salvini, uno di noi“. Segue uno sberleffo, il pantalone tirato giù e interviene la poliziotta del servizio d’ordine che intima il basta. Segue subito l’aggressione verbale con avvicinamento al viso e nervosismo, attorno alla poliziotta fortunatamente si crea subito un cerchio di persone che assiste alla scena, tra queste un reporter estero Krsto Lazarevic. La poliziotta intima di stare al posto suo anche se Karim mostra il documento con una violenza che infastidisce la poliziotta comunque aggredita. La scena degenera con accuse reciproche di spinte e sputi e la conclusione di Karim con l’offesa finale “cogliona”.

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https://www.youtube.com/watch?v=rHD4X5Jmu_M

Intervento di Salvini e politici

Matteo Salvini ha risposto da Firenze sollecitato anche da diverse polemiche sul ritardo dell’intervento e ha attaccato duramente i centri sociali. “Stamani ho chiamato una dirigente della polizia di Verona che ha avuto a che fare sabato scorso con un maleducato. Le forze dell’ordine devono essere rispettate e tutelate, neppure sfiorate”. Da Firenze, Matteo Salvini ha sottolineato “lo dico da ministro dell’Interno, da cittadino. Conto di tornare a Firenze senza centri sociali in giro a rompere le scatole, perché quella non è contestazione, è altro“. Prima di Salvini sono intervenuti, Luigi Di Maio, Giorgia Meloni e il Partito Democratico.

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Luigi Di Maio ha twittato: La mia più sentita vicinanza e quella del governo alla poliziotta offesa e insultata da quel cafone di Verona. Un abbraccio a chi ogni giorno lavora per garantire la nostra sicurezza.

Giorgia Meloni: L’aggressione verbale alla poliziotta di Verona è un’azione inqualificabile che va condannata senza se e senza ma. Chi manca di rispetto agli altri e alle forze dell’ordine manca di rispetto alla Nazione.

Dal PD il video è stato rilanciato sui social con il commento “Questa è l’arroganza dei sostenitori di Salvini, si permettono addirittura di minacciare una poliziotta che fa il suo lavoro per garantire la sicurezza di tutti”.

Da parte di associazioni culturali e femministe è limitato l’aggettivo maleducato per Karim e hanno sottolineato la gravità dell’aggressione ad un pubblico ufficiale, il reato disciplinato dall’artico 341 del codice penale può portare anche all’arresto e alla reclusione fino a tre anni. Karim, intervistato dall’Arena che ha diffuso il video in piazza ha intervistato il ragazzo. “Non è un comportamento da me – ha risposto – ma ero appena stato attaccato da una coppia di manifestanti. Chiedo scusa ancora a tutti, alle persone che conosco perché sanno che non sono questo tipo di persona, ho rispetto per la divisa».

Matteo Salvini, ministro degli Interni

Proprio nei giorni scorsi, Matteo Salvini, intervenendo sui dati di Confindustria sulla crescita degli ultimi mesi ha parlato da ministro degli Interni sull’aumento delle forze dell’ordine che porterà nell’anno a ingressi fino a 8000 nuove assunzioni, polemizzando il blocco degli anni scorsi causati dai governi di sinistra. Matteo ha ricordato come stia lavorando su nuove dotazioni della Polizia di Stato e ha annunciato l‘ingresso dei teaser elettrici come arma di difesa e intervento usato in altri stati. Saranno 12 le città in cui poliziotti, carabinieri e guardia di finanza saranno dotati di questo strumento che usa gli impulsi elettrici per immobilizzare chi viene colpito. Nonostante l’uso diffuso in altri paesi, Onu, Amensty International e altre associazioni umanitarie contestano questo strumento di pubblica difesa perché considerato strumento di tortura dannoso nel lungo tempo.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter