Academy 2014, il trionfo di Sorrentino e del solito americanismo

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Si concludono gli 86esimi Academy Awards, tra gioie e dolori.

Sorrentino ce l’ha fatta e corona il sogno di un Academy tutto italiano: il nostro Paese così come lo vedono gli stranieri ha convinto e ha vinto, sbaragliando tematiche molto più commoventi e strappalacrime come il film israeliano.

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Ma non sono stati i film su cui tutti puntavamo a sbancare. Hanno portato a casa le statuette più importanti l’americanissimo 12 Anni Schiavo, di cui predicevamo la vittoria già ieri: in tempi di crisi patriottica ed economica, la vittoria della vecchia storia americana commovente e dalle tematiche pseudo-scomode (lo erano una volta, perlomeno) è un toccasana e una sorta di catarsi per gli spettatori.

Il miglior regista, Alfonso Cuaron, è stato premiato per un film inutile, senza trama e noioso. Poca stima per Gravity, in cui l’unica cosa valida è il talento sprecato di Sandra Bullock (che infatti non ha vinto come miglior attrice). Gravity, un film che ha vinto tutto ciò che era possibile vincere tra i premi tecnici.

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American Hustle, saremo blasfemi, ma meritava di gran lunga tutti e due i premi.

La maledizione Di Caprio torna e si abbatte come un machete, surclassato da McConaughey per Dallas Buyers Club (con un’eccellente performance, ammettiamolo).

Leonardo, abbiamo capito che qualcuno non ti vuole bene a Hollywood. Mosse strategiche? E’ anche vero che Di Caprio è probabilmente il miglior attore americano in circolazione, e il fatto che venga sistematicamente battuto ad ogni interpretazione fa sorgere due dubbi: o la giuria degli Academy è cieca, oppure è sonoramente pagata per candidarlo e non dargli mai una statuetta.

Statuette meritate ce ne sono state.

Oltre al duo Sorrentino-Servillo, Wal Disney torna alla riscossa con un eccellente Frozen, cartone animato che ha conquistato i cuori di grandi e piccoli, vincendo sia nella categoria che come miglior canzone.

La miglior scenografia e i migliori costumi vanno a Il Grande Gatsby, un film che avrebbe meritato (per la difficoltà di adattamento) molte più nomination, dallo stesso Di Caprio che aveva un ruolo impossibile alla colonna sonora: il non candidarlo per la miglior sceneggiatura originale è una dichiarazione che il libro di Fitzgerald non è un un capolavoro.

Degli Academy che non ci erano piaciuti sin dalle nomination, con poche soddisfazioni per chi davvero meritava il premio. Ma del resto è sempre un po’ come Sanremo, le cose valide spesso non vincono ma restano nel Purgatorio del “non ha mai vinto ma è il migliore”.

Nel frattempo complimenti a Sorrentino, per il suo film tanto disprezzato in patria quanto amato all’estero. Il perchè l’abbiamo già capito: è deludente sapere che questo è ciò che gli stranieri vedono di noi; è più facile, paradossalmente, parlare di mafia e di ciò che sappiamo solo noi, di ciò che è interno all’Italia, perchè ci sembra più sincero e vero e lontano; è difficile ammettere come siamo in realtà visti dagli altri. Ma alla fine, come abbiamo visto, la sincerità premia.

Quindi “Bravo!” a Sorrentino; e stasera la replica in televisione, per festeggiarlo.

 

Qui tutti i premi.

http://oscar.go.com/nominees