L’Afghanistan, un Paese dai forti contrasti e dalle grandi differenze, Paese in cui molto spesso i più poveri sono costretti a lavorare in condizioni durissime e senza nessuna protezione.
Ed ecco la tragedia del lavoro afghano, senza diritti e con uno stipendio da fame, è arrivata puntuale: è crollata una miniera d’oro travolgendo tutto e tutti, trasformando tutto in un’ammasso di macerie. Sono già trenta i minatori che hanno perso la vita ma si teme che il bilancio possa aggravarsi perché sono ancora i dispersi, tanti non erano nemmeno registrati. Si sta scavando a mani nude ma le condizioni di lavoro erano davvero disumane.
La tragedia
La tragedia è avvenuta nenna provincia di Badakhshan, nel nord-est dell’Afghanistan, nel distretto di Kohistan. Nek Mohammad Nazari, portavoce del governo provinciale, ha spiegato che le tranta vittime, tutte abitanti dello stesso villaggio, sono rimasti intrappolati da un improvviso allagamento del greto del fiume e da un conseguente smottamento, mentre stavano scavando buche molto profonde in cerca di oro.
Quando hanno capito che la miniera si stava allagando era troppo tardi, non sono più riusciti a risalire in superficie, e presto l’acqua si è trasformata in un killer. La tragedia è avvenuta senza che i minatori riuscissero a chiamare aiuto.
Il lavoro dei bambini
Tra i lavoratori c’erano anche alcuni bambini e questo rende la tragedia ancora più dolorosa. I bambini vengono portati in miniera perché il loro fisico piccolo ed adattabile riesce a scavare nelle parti della miniera che sono impossibili da raggiungere per gli adulti.
Senza alcun diritto e senza la possibilità di frequentare le scuole, questi bambini sono dei piccoli sfruttati e malpagati senza alcuna possibilità di migliorare il loro futuro, sono schiavi di un lavoro fatto anche con sostanze pericolose.
Intanto in Afghanistan si continua a scavare, ed a piangere per un’altra tragedia della povertà e delle disperazione.