Afghanistan, ragazza lapidata con l’accusa di adulterio

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Ancora lapidazioni in Afghanistan. L’ultimo caso è avvenuto circa una settimana fa, in una zona desertica della provincia centrale di Ghor, che è in mano ai talebani.

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La vittima è una ragazza tra i 19 e 21 anni, identificata come Rokhsahana. La sua colpa sarebbe stata quella di aver cercato di fuggire con l’amante, un ragazzo della sua età, dopo aver subito un matrimonio forzato. Lo ha spiegato Sima Joyenda, una delle due sole donne governatrici delle 34 province afgane. Rokhsahana è stata forse una delle molte spose bambine costrette a sposare uomini molto più grandi di loro.

Il video dell’esecuzione, che dura circa 30 secondi e del quale è stata confermata l’autenticità da Abdul Hai Katebi, portavoce della governatrice, è stato mostrato in televisione e diffuso sui social. Un uomo vestito di nero, a distanza ravvicinata, scaglia la prima pietra contro la “peccatrice”, che è in piedi in una buca da dove esce solo la testa. Subito fanno lo stesso altri tre uomini. Uno di loro invita gli altri a recitare la shahada, la professione di fede islamica.

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In base alla sharia una pietra usata per la lapidazione non deve essere nè troppo grande perché altrimenti la vittima morirebbe subito né troppo piccola perché la vittima deve soffrire. Inoltre le donne (che subiscono maggiormente questa pena) vengono di solito “interrate” fino alla testa, mentre gli uomini fino alla vita, in modo che abbiano la possibilità di uscire dalla buca e quindi di salvarsi.

Questo è il primo caso di lapidazione avvenuto nella provincia di Ghor nel 2015, ha fatto sapere la governatrice Joyenda (con anche la conferma del capo della polizia provinciale). Joyenda ha chiesto a Kabul di liberare l’area dai talebani e ha dichiarato che la situazione delle donne in Afghanistan è difficile ed in particolare nella sua provincia.

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