Il ragazzo nella foto si chiama Ayham Ahmad ed è un giovane pianista siriano che con la sua musica combatte il terrore dei miliziani in nero del sedicente Stato islamico che vorrebbero cancellare per sempre l’arte e la cultura per fare vivere il popolo nell’ignoranza, la paura delle bombe e degli attentati e tutte le miserie che la guerra comporta come vivere da sfollati in campi profughi sovraffollati in condizioni disastrose. La musica di Ahmad, con il suo pianoforte in mezzo alle macerie di una delle città siriane più martoriate dalla guerra cerca di addolcire i cuori e gli animi di chi come lui si trova all’improvviso senza niente, la vita stravolta da un conflitto che si trascina ormai da cinque anni facendo migliaia di vittime innocenti.
La grande popolarità di Ahamad si deve ad una foto fatta nel 2014 da un suo amico a Yarmouk, la sua città natale, in cui lo si vede suonare con il suo pianoforte in mezzo alle case sventrate dalle bombe, sfidando i miliziani islamisti che lo vorrebbero mettere a tacere per sempre. Ahmad suona per le donne e i bambini di Yarmouk che lo attendono con gioia per strappare alla guerra almeno qualche piccolo momento di felicità e spensieratezza e cantano insieme a lui le canzoni popolari siriane.
Un triste giorno del 2015 l’ISIS lo scoprì e bruciò il pianoforte davanti ai suoi occhi per impedirgli per sempre di suonare e alcune donne e alcuni bambini presenti vennero giustiziati; da allora Ahmad, il pianista di Yarmouk, capì che doveva lasciare immediatamente il suo Paese per sopravvivere. Cominciò anche per lui il lungo viaggio della speranza che dalla Siria lo portò in Germania attraverso la rotta balcanica, durante la quale pubblicò su Internet la foto di tutti i parenti e gli amici che perse durante il viaggio in uno struggente diario degli affetti.
Una volta arrivato in Germania per Ahmad è cominciata una nuova vita, in cui ha potuto suonare la sua musica in teatri prestigiosi e allo stesso tempo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei profughi siriani e di coloro che ancora sono intrappolati nelle città assediate. L’augurio è che la dolce musica di Ahmad possa fare breccia nel cuore dei potenti perché si impegnino a risolvere politicamente il conflitto nel minore tempo possibile.