Amatrice il giorno del ricordo

Commemorazioni e lacrime ad un anno dal sisma

Oggi ad Amatrice non è un giorno come tutti gli altri: è il giorno del ricordo di quel terribile terremoto che esattamente un anno fa distrusse la cittadina laziale e cancellò per sempre anche tante vite umane.

Alle 3:36 il boato e poi tutto iniziò a tremare violentemente, il centro storico crollò quasi subito e si portò via per sempre un pezzo di storia di questi luoghi bellissimi. La cittadina nota in tutto il mondo per la famosa ricetta dei bucatini all’amatriciana si ritovò alla prime luci dell’alba ridotta ad un cumulo di macerie che avevano inghiottito case, scuole, negozi, edifici pubblici.

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Ad un anno esatto da quella notte maledetta ancora tanto lavoro rimane da fare perchè Amatrice possa tornare alla normalità tra lungaggini burocratiche e le casette che sembrano non arrivare mai. Le macerie per la maggior parte sono ancora lì a ricordo di quel terremoto che insieme alle certezze di chi abitava in quelle terre si è portato via anche tante vite umane.

La fiaccolata che si è tenuta nelle stese ore in cui un anno fa si consumava la tragedia è stata sobria e molto intima, senza telecamere e clamore mediatico, con i nomi delle vittime letti ad alta voce e ritmati dal rintocco delle campane che una volta erano sulla torre civica e adesso sono su un supporto provvisorio dopo essere state recuperate con immenso coraggio dai Vigili del Fuoco.

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Tutti gli amatriciani erano lì con gli occhi lucidi e pensavano ai loro amici e parenti che non ci sono più, inghiottiti per sempre dalle macerie di quelle che una volta erano le case in cui vivevano una vita semplice e tranquilla.

Gli abitanti di Amatrice e degli atri paesi del cratere sismico adesso vogliono tornar ad una vita il più possibile normale, sono stanchi e stufi di sfilate di politici che non portano mai a niente e di chiacchiere vuote.