Come per fugare ogni dubbio sul fatto che il loro capo Ibrahim Abu Bakr al Baghdadi sia ancora in vita, gli jihadisti dell’Isis hanno postato sul web un recente messaggio audio in cui a parlare sarebbe proprio il “califfo”, un messaggio audio divulgato dal sito americano “Site”, dedicato al monitoraggio dell’estremismo islamico.
Nel documento, della durata di 17 minuti, si esortano i terroristi a “portare i vulcani del jihad a eruttare ovunque”, per creare un “califfato” in Paesi come Yemen, Egitto, Libia e Algeria, senza timore dei raid aerei su Iraq e Siria da parte degli Usa e dei loro alleati.
Lo scopo finale è quello consueto degli integralisti islamici (sulla base di ciò che aveva previsto Maometto, come c’è scritto in un hadith), conquistare Roma, e al Baghdadi ammonisce che i “missili crociati” non fermeranno “l’avanzata” terroristica sulla città dov’è situato il Vaticano.
Non è certo la prima volta che arrivano minacce simili da lui e da altri esponenti dell’Isis. Tuttavia gli esperti sono in dubbio sull’autenticità di quest’audio: perché mai esprimersi solo con questo mezzo se una persona è viva? Perché non girare un video? Si ripetono così le incertezze mediatiche che vi furono con i messaggi di Bin Laden.