Bomba a New York, preso il 28enne di origine afghana ricercato

previewL’identikit di uno dei presunti responsabili della bomba a New York, circolava da ore:  alto circa 1,70 metri, 90 chilogrammi di peso, capelli, occhi e barba castani, residente ad Elizabeth, la città del confinante Stato del New Jersey dove sono state già fermate altre cinque persone sospettate di essere collegato all’attentato e dove, su un binario della stazione, sono poi state piazzate ben 8 bombe in uno zaino.

La richiesta di collaborazione da parte della popolazione e la perquisizione

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L’immagine del presunto terrorista  della bomba a New York – in realtà sappiamo che gli ordigni erano due, ma uno solo è esploso, ferendo 29 persone – stava iniziando a circolare sul web e sugli schermi televisivi di tutto il mondo, ma l’FBI l’ha anche inviata agli iPhone degli abitanti della città, chiedendo collaborazione per scovare il pericoloso ricercato. Ha anche eseguito una perquisizione all’interno di un edificio vicino a dove è scoppiato l’ordigno – costruito, come quello inesploso, con una pentola a pressione “imbottita” di schegge e frammenti metallici, tali da uccidere e causare i maggiori danni possibili. Come detonatori erano stati invce usati vecchi telefonini cellulari a conchiglia e fili elettrici di luminarie natalizie -.

L’arresto degli altri cinque sospetti

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Prima che Rahami finisse in manette, erano stati fermati a Broolyn – sulla Belt Parkway, una delle arterie che vanno verso l’Aeroporto JFK, il più importante della Grande Mela – altri cinque soggetti, sospettati di essere coinvolti nella vicenda delle bombe a New York. Viaggiavano su un’auto, ma non è ancora chiaro se gli occupanti si stessero dirigendo verso lo scalo aereo oppure, al contrario, verso il ponte di Verrazano, Staten Island e New Jersey.