I borghi di montagna, immersi nella natura e nel silenzio sono tesori pieni di bellezze naturali e con la possibilità di vedere alcuni tra gli animali più rari, complici discreti di tanti scampoli di vita che ormai sono solo ricordi sbiaditi dal tempo.
Una vita difficile, l’abbandono e la nebbia
Con la grandissima industrializzazione delle città i borghi montani divennero improvvisamente scomodi, con le loro stradine strette e difficili da percorrere, e a poco a poco gli abitanti cominciarono a trasferirsi fino a quando non rimase più nessuno. Per i piccoli paesini di montagna era giunta la fine, non si sentiva più il vociare degli abitanti per strada, era giunto un nuovo inverno destinato a durare per sempre e tutto era in preda all’abbandono come ovattato nella nebbia.
Come riportato nel libro di Antonio Preiti “La montagna perduta“, nel 1951 la popolazione montana era il 41,8% rispetto a quella di pianura, non proprio una minoranza, mentre 60 anni dopo rappresenta solo il 26,0%. e questo dato dimostra come lo spopolamento delle zone montane è stato inesorabile.
Proposte per ricominciare
Ma adesso qualcosa si sta muovendo, i piccoli paesi stanno tornando ad animarsi e si stanno studiando dei modi nuovi per renderli graditi ai turisti; sono nati alberghi diffusi e bed e breakfast da vivere a contatto stretto con la natura e sono allo studio altre modalità per rendere di nuovo vivi questi borghi. Certo non è facile ma ci sono percorsi di trekking e di bird watching molto belli e unici che danno la possibilità di osservare da vicino animali selvatici che altrimenti non potremmo vedere e tate meraviglie naturali.
Ovviamente questo non è stato possibile per tutti i piccoli borghi montani, tanti si devono rassegnare all’abbandono e presto finiranno dimenticati e colonizzati dalla natura, ma in alcuni casi la creazione di piccoli musei popolari e percorsi nella natura sembrano la strada giusta.
I borghi abbandonati più suggestivi
In tutto il nostro Paese ci sono veramente tanti borghi che sono stati abbandonati, secondo il giornale on line Linkiesta, il loro numero è di circa 6.000. In alcuni casi si tratta di piccoli agglomerati urbani eretti in zone impervie, ma che si vanno a inserire con grande armonia nel paesaggio circostante.
Nel Nord Italia, si trovano tanti paesi e cittadine fantasma come per esempio Consonno, in provincia di Lecco; era stato progettato per essere la Las Vegas d’Italia ma il progetto fallì miseramente trascinando l’intero paese nell’oblio e nell’abbandono. Attualmente ci vive una sola persona ma poche volte all’anno, da aprile a ottobre, il paese si anima e ospita un mercato, giochi, visite guidate e spettacoli all’aperto.
Spostandosi nella provincia di Sondrio si può fare un percorso naturalistico fino a Codera, piccolo centro ancora in parte abitato, a cui è possibile accedere solo a piedi mentre i residenti possono utilizzare un servizio di elicotteri che atterrano in una frazione poco distante.
In Liguria si trova Bussana Vecchia, in provincia di Sanremo, che venne distrutto quasi completamente da un terremoto nel 1887 e questo ne causò l’abbandono da parte degli abitanti che si spostarono circa tre chilometri più a valle e fondarono il paese di Bussana Nuova. Ma il paesino è tornato a nuova vita intorno agli anni ’50 quando alcuni artisti italiani e stranieri andarono ad abitarci attratti dalla particolarità del luogo, trasformandolo in una galleria d’arte a cielo aperto molto suggestiva.
In Basilicata troviamo Craco, in provincia di Matera, che si trasformò in un paese fantasma da quando la popolazione decise di abbandonarlo stanca dei continui terremoti che lo colpirono molto duramente. Per anni il paese rimase nell’abbandono e nell’incuria più totale, dimenticato da tutti ma nel 2011 è stato sottoposto da un piano di recupero che lo ha riportato a poco a poco a nuova vita trasformandolo in una meta di grande interesse per tutti gli amanti della natura e della storia, con dei percorsi a tema molto affascinanti.