Il caso Ferguson, la vera storia americana

La storia dell’America è percorsa da violenti episodi di tensione razziale come il caso Ferguson

Per poter leggere oggettivamente le rivolte scoppiate dopo le morti di Michael Brown, Eric Garner e Tamir Rice, è forte la necessità di inserirle all’interno del percorso storico della lotta per i diritti civili degli afroamericani che dura da più di 100 anni.

1893 il proclama d’emancipazione del presidente Lincoln segna la fine della schiavitù per gli schiavi degli stati della confederazione;

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1865 il XIII emendamento della costituzione degli stati uniti abolisce la schiavitù;

1866 nasce il ku klux clan;

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1875 approvato il Civil right act ,legge federale che garantisce un uguale trattamento nei luoghi pubblici a prescindere dalla razza e da una precedente condizione di schiavitù;

1876 e 1965 le leggi Jim Crow , leggi locali e dei singoli stati degli USA che dal 1876 al 1965, sulla base del principio “separati ma uguali” promuovevano la segregazione razziale;

1896 con il caso Plessy contro Ferguson la corte suprema legittima la segregazione razziale;

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1909 nasce la National Association for the Advancement of Colored People una delle più importanti associazioni per i diritti civili;

1919 diverse rivolte a sfondo razzista imperversano durante la red summer ;

1924-1967 il Racial Integrity Act vieta i matrimoni misti;

1941 Franklin Delano Roosevelt emana un atto che vieta la discriminazione razziale nell’industria militare, è il primo provvedimento legislativo a proporre la pari opportunità lavorativa per gli afroamericani;

1945-1975 si apre un nuovo periodo molto importate di rivendicazioni di massa contro la segregazione razziale;

1948 il presidente Truman decreta la fine del della segregazione nelle forze armate ;

1951 Ralph Bunche vince il Nobel per la pace, è il primo nero a vincere il nobel;

1954 la corte suprema dichiara incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche;

1956 la corte dell’Alabama sancisce l’incostituzionalità della segregazione razziale sugli autobus;

1957 guidata da Martin Luther King nasce la Southern Christian Leadership Conference a favore dell’integrazione attraverso la non – violenza;

1957 il presidente Dwight D. Eisenhower firma una legge per promuovere il diritto di voto per gli afroamericani;

1966 nascita delle Pantere Nere , movimento per promuovere il black power e difendere le comunità attraverso l’agitazione sociale;

1967 la corte suprema vieta qualsiasi legge negli stati uniti contro i matrimoni interrazziali;

1968 Martin luther king viene ucciso;

1991 il filmato del violento pestaggio della polizia a Rodney king riapre la questione del razzismo dando il via a violenti scontri;

1992 scoppia anche a los angeles una rivolta contro i metodi brutali della polizia a seguito dell’omicidio di Rodney King;

1998 brutale omicidio a sfondo razziale di James Bird;

2001 Colin Powell il primo segretario di stato afroamericano;

2009 Barak Obama è il primo presidente nero degli Stati Uniti;

17 luglio 2014 ,Eric Garner soffocato durante un arresto a seguito del choke holding vietata dalla polizia di NY;

9 agosto 2014 Michael Brown ucciso da un poliziotto: sei colpi di pistola, due alla testa;

23 novembre 2014 Muore a 12 anni Tamir Rice a seguito delle ferite riportate dai due colpi sparati da un poliziotto;

25 novembre 2014 il Gran Giurì decide di non accusare formalmente il poliziotto che ha sparato a Michael Brown;

3 dicembre 2014 il Gran Giurì decide di non incriminare il poliziotto responsabile della morte di Eric Garner;

Questa lista riporta solo alcune delle molte tappe percorse per la lotta dei diritti civili e l’integrazione razziale della popolazione afroamericana, con le sue vittorie e le sue sconfitte.

Perché stilare questo elenco?
Per contestualizzare i recenti fatti all’interno di un discorso più ampio ,solo così si possono leggere con uno sguardo critico, lucido, privo di buonismo o di cinico legalismo.

Le tensioni e la segregazione sono sempre stati là ,a fiamma più o meno alta, ma mai spenta. Le recenti morti di afroamericani per mano della polizia sono benzina sulla questione della segregazione razziale mai risolta definitivamente negli Usa , ancora lontana dal sogno dell’America post-razziale.

Probabilmente gli afroamericani tristemente protagonisti di questo periodo entreranno nella storia sotto il nome del Caso Ferguson , partito con Michael Brown ucciso con sei colpi di pistola dal poliziotto Darren Wilson il 9 agosto. La morte del ragazzo ha causato una violenta rivolta da parte della popolazione di Ferguson, una rivolta che fa da capofila a tutta la serie di manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni.

Ma già il 17 luglio il poliziotto Daniel Pantaleo , con una pratica non concessa dalla polizia di New York aveva causato la morte di Eric Garner, sospettato di spaccio di sigarette illegali.

Proprio mentre gli abitanti di Ferguson aspettavano la decisione del Gran Giurì in merito al caso Brown , Tamir Rice 12 anni, che giocava a fare il gangster in un parco perde la vita il 23 novembre a seguito delle ferite riportate da due colpi di pistola sempre partiti da un agente, Timothy Loehmann.

Gli animi sono già in fermento, il 25 novembre il Gran Giurì decide di non accusare formalmente Darren Wilson per il caso Brown . Ferguson è di nuovo in subbuglio.

Il 3 dicembreil Gran Giurì decide di non incriminare Daniel Pantaleo ,anche se non è improbabile un provvedimento interno a causa della presa chiamata <choke-holding> vietata dalla polizia di NY.
La decisione fa nascere numerose nuove proteste a
New York , Boston , Pittsburgh , Miami.

Questi nomi sono le bandiere che la rivolta sventola di fronte ad Obama e all’America intera

Sicuramente è un momento importante per la storia dei diritti civili degli afroamericani. L’amministrazione Obama ha affermato di voler eliminare il cosidetto “Racial Profiling”, i criteri che la polizia utilizza per intervenire a seconda delle etnie. Il ministro della giustizia Eric Holder presenterà le disposizioni necessarie questa settimana.

Anche se sembra così facile identificare gli innocenti ed i colpevoli in realtà non è semplice.

Michael Brown era sospettato di aver rapinato un negozio, Eric Garner sospettato di vendere sigarette illegali, Tamir Rice mette la mano alla cintura quando il poliziotto scende dall’auto, poteva effettivamente essere ostile.

Si può affermare che i poliziotti stavano facendo il loro lavoro

Ma Brown aveva le mani alzate quando è stato ucciso, Eric Garner stava ripetutamente dicendo “Non respiro!”(come è evidente dal video ) e Tamir probabilmente voleva solo mostrare l’arma giocattolo (qua il video ).
La reazione dunque in entrambi i tre casi è stata violenta o quanto meno non gestita ottimamente.

Il problema si può identificare in un luogo geografico, la stessa cittadina che ha dato il via a questa lunga stagione di tensione, Ferguson.
Ferguson è un sobborgo di St. Louis, fino agli anni ’70 è stata quasi completamente bianca ,poi a causa della deindustrializzazione è diventata rapidamente di maggioranza nera e ad oggi il 70% della popolazione è afroamericana, mentre la polizia è rimasta prevalentemente bianca.

Il colore della pelle a Ferguson porta con una pesante colpevolezza potenziale, è un’eredità di degrado sociale che condiziona quasi inevitabilmente il futuro dei giovani neri.Questo crea una profonda sfiducia tra i poliziotti e la comunità nera, una vera e propria voragine che diventa una questione ideologica tra “neri” e “bianchi”.
Cosa succede se la polizia “a maggioranza bianca” usa metodi violenti di controllo sociale sulla “maggioranza nera” ?!

Mezzi pesanti a presidiare le strade, pallottole di gomma e gas: una gestione miliare delle rivolte. E se si è in guerra , si combatte contro dei “nemici” e i nemici hanno un colore ben preciso.

Ferguson è forse uno dei casi limite, un “caso sociale” esasperato che dovrebbe essere analizzato e studiato per poter trarre conclusioni costruttive da questa situazione di crisi.

Indicare i buoni e i cattivi in questa storia non è semplice, la rabbia per l’oppressione ha storicamente portato anche ad atti considerati “condannabili”, ma sappiamo che anche sentirsi dalla parte della giustizia ha portato ad altrettanti crimini.

Guardare oltre il Nero Criminale e il Poliziotto Violento non è una necessità “intellettuale” , è la chiave per iniziare a colmare la voragine che divide i due baratri.

Intanto l’America si prepara alla marcia nazionale che si terrà a Washington il 13 dicembre, annunciata da Al Sharpton,uno dei massimi leader della comunità nera, per manifestare per la difesa dei diritti civili e contro gli abusi della polizia.