Il cinema italiano è in lutto per la scomparsa di Laura Antonelli.
La grande attrice è stata trovata a terra priva di sensi dalla sua badante nella sua casa di Ladispoli. Aveva 73 anni.
Laura Antonaz, questo il suo vero nome, era nata a Pola, Istria, il 28 novembre 1941. Si trasferì a Napoli durante l’esodo istriano – dalmata e poi a Roma, dove esordì nel 1964 nel film Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli. Nel 1969, Laura ottenne la sua prima parte di rilievo nel film Venere in pelliccia, ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, che, a causa della censura scagliatasi contro le scene di nudo integrale della bella attrice, venne riproposto nel 1971 con il titolo Le malizie di Venere.
L’inizio degli anni Settanta segnarono un trionfo per l’attrice istriana: dapprima Il merlo maschio, del ’71, con un grande Lando Buzzanca, poi con Malizia. La sua icona di sexy star emerse proprio in questo film di Salvatore Samperi: come dimenticare la figura di Angela, la bellissima cameriera che fa girare la testa, in una Sicilia di fine anni ’50, prima al vedovo Turi Ferro e poi al giovane Alessandro Momo? Laura Antonelli resterà nella storia per la sequenza in cui, sulla scala, mentre pulisce i vetri, mostra sensuali autoreggenti a uno stupito Momo. In questo periodo anche la sua vita sentimentale giunse sotto le luci della ribalta: ebbe una turbolenta storia con Jean-Paul Belmondo, dopo la quale arrivarono anche vari flirt.
Il cinema continuò a osannarla, mentre lei stessa, in un’intervista, disse “Sono bassina, un po’ tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio?“, quasi stupita del suo successo. Dopo Malizia, arrivarono Sessomatto di Dino Risi con un grandissimo Giancarlo Giannini, Mio Dio, come sono caduta in basso di Luigi Comencini, Peccato veniale di Samperi e lo stupendo Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi, con Marcello Mastroianni, in cui la bella Laura comparve in una scena di nudo di ben sette minuti, un record, all’epoca! Dopo il 1976, registi come Luchino Visconti (con L’innocente), Mauro Bolognini (Gran bollito) ed Ettore Scola (Passione d’amore), costruirono film dedicati alla sua personalità unita alla sua fisicità esplosiva, i quali le fecero vincere vari premi.
Con l’inizio degli anni ’80, Laura lavorò in teatro ma proseguì anche nel filone erotico, con Casta e pura (1981), a fianco di Massimo Ranieri, ma il successo di Malizia non venne bissato. Pertanto, l’attrice si dedicò a ruoli comici, come in Grandi magazzini (1986) e Viuuulentemente mia (1982), con l’emergente Diego Abatantuono, ma anche a personaggi sexy, come l’affascinante vedova di La venexiana (1986), ispirato a una commedia del ‘500, con Jason Connery e Monica Guerritore.
La vita di Laura si è fermata il 27 aprile 1991: nella sua villa di Ladispoli, durante un controllo, vennero trovati trenta grammi di cocaina. Arrestata dai Carabinieri, l’attrice venne reclusa, per qualche giorno, nel carcere di Rebibbia a Roma, ma ciò, per lei, fu un’esperienza devastante, sia dal punto di vista fisico che morale. Nel 2000, una sentenza la assolse, ma, per lei, nulla fu più come prima. Si provò a creare un remake di Malizia, ma l’operazione fu un fiasco. Durante le riprese del film, Laura si sottopose a iniezioni di collagene per eliminare alcuni inestetismi tipici dell’età, ma l’intervento di chirurgia estetica devastò i suoi lineamenti: ne seguirono una causa contro i produttori del film e un processo, conclusosi con un risarcimento da trenta miliardi di vecchie lire. L’attrice, però, incominciò a sprofondare in uno stato di sofferenza psichica anche a causa dell’andamento dei processi e delle sue vicende giudiziarie: col passare degli anni, tra parcelle e onorari, inoltre, la Antonelli cadde in povertà, tanto che Lino Banfi, compagno sul set e amico di una vita, si rivolse, nel 2010, addirittura all’allora premier Silvio Berlusconi per aiutare Laura.
Una sofferenza che si è chiusa stamattina nella sua casa di Ladispoli, dopo una parabola discendente impressionante e incredibile per una diva che, negli anni ’70, camminava sugli allori.
Ciao Laura!
Stefano Malvicini