Civitanova Marche non vuole le trivelle al mare

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È nei progetti del Governo Renzi fare uno scempio ambientale a favore delle grandi aziende petrolifere a discapito del popolo italiano, un modo per regalare i nostri mari agli uomini di potere come avviene sempre dentro le mura del Palazzo.

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Civitanova Marche non vuole restare a guardare e si ribella a questo massacro della natura creando una petizione, “TrivAdvisor”, per raccogliere un gran numero di firme per fermare i lavori, oltre a mettere un grande striscione galleggiante con la scritta: “Stop Trivelle”.

Il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dallo scorso settembre ha dato inizio al progetto Sblocca Italia, coordinato con la Legge di conversione (Legge 11 novembre 2014, n. 164), che comprende i lavori urgenti per l’apertura dei cantieri, la digitalizzazione del Paese, la realizzazione delle opere pubbliche, l’emergenza del dissesto idrogeologico, la semplificazione burocratica e la ripresa delle attività’ produttive, anche se l’estrazione del petrolio e del gas, nel fondo marino italiano, erano vietate dal 1991 per rischi di bradisismo dei territori.

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Il Ministero dell’Ambiente ha già autorizzato undici progetti di prospezione d’idrocarburi in mare con la tecnica dell’AirGun, arma ad aria compressa, tradotto dall’inglese, per creare delle onde complessionali nei fondali marini, causando la morte degli organismi acquatici.

Le compagnie che sfrutteranno i nostri mari attraverso delle piattaforme per esplorarne i fondali marini, pagheranno somme di danaro, royalties, tra le più basse del mondo, con investimenti occupazionali modestissimi e con una quantità irrisoria del fabbisogno energetico del Paese.

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