Ricongelare gli iceberg sull’Artico, ecco il progetto salva-poli

Una buona idea che potrebbe fare la differenza

I poli stanno soffrendo, il livello di anidride carbonica nell’aria ha raggiunto livelli altissimi e il ghiaccio sta cominciando a sparire. Tra non molto tempo la Terra potrebbe perdere tutta la sua copertura di ghiaccio se non facciamo in tempo, la situazione ormai è drammatica e non possiamo girarci dall’altra parte.

Ma forse c’è una buona idea che potrebbe aiutarci. Ricongelare gli iceberg sull’Artico, con il nuovo progetto salva-poli.

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L’idea, recentemente denominata runner-up in un concorso di design internazionale che si appella ad approcci radicali alla sostenibilità, è l’ultima di una serie di nuove proposte per riportare il ghiaccio sui poli della Terra, dallo spruzzare i poli con sabbia artificiale al lanciare acqua di mare nel cielo per formare le nuvole.

L’idea vincente

Guidato dal 29enne architetto Faris Rajak Kotahatuhaha, il gruppo ha previsto un di usare un sommergibile in grado di produrre un iceberg esagonale di 16 piedi di spessore e 82 piedi di larghezza.
Il processo comincerebbe con un sommergibile che si immerge sotto la superficie per riempire la sua cavità centrale con acqua di mare.

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Il sale allora sarebbe filtrato fuori, alzando il punto di congelamento dell’acqua da più di 3 gradi Fahrenheit, dopo di che un portello che si chiude sopra la camera per proteggerla dal sole.

Un iceberg si formerebbe naturalmente all’interno, prima di essere espulso un mese dopo. Secondo la squadra responsabile del progetto, la forma esagonale può incoraggiare gli iceberg (o “bambini di ghiaccio”) ad interagire l’uno con l’altro e formare grandi masse congelate.

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Proteggere i poli ricostruendo l’Artico

Si spera che questa idea sia davvero vincente anche per il nostro pianeta. I poli stanno riducendosi sempre di più e questo a causa delle attività umane che sono sempre più invasive e nemiche dell’ambiente.

Siamo tutti a rischio se permettiamo che i poli si sciolgano, dall’aumento incontrollato all’emersione di virus e batteri molto pericolosi che sono intrappolati nel ghiaccio e possono essere potenzialmente letali.