Ciò che emerge dallo studio elaborato da Ipsos Public Affairs, presentato all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo da Nando Pagnoncelli e Luisa Vassanelli, su un campione di italiani tra i 18 e 65 anni sei italiani su dieci sono contenti di poter eliminare la plastica.

Sarà obbligatorio utilizzare ‘bioshoppers’ sia nell’imballaggio primario dei prodotti gastronomici quali carni, pesce, ortofrutta e panetteria, che nelle buste utilizzate per acquistare cibi ortofrutticoli che per portare la spesa a casa.

Tutti i sacchetti dovranno rispettare gli standard internazionali UNI EN 13432 che contengono almeno il 40% di materia prima da fonte rinnovabile. Questa percentuale crescerà nel 2020 al 50% e al 2021 al 60%.

I sacchetti costeranno un tantino in più, circa il 70%, come afferma il presidente di Assobioplastiche Marco Versari perché il processo di realizzazione è leggermente diverso rispetto a quello della plastica. Per creare delle buste biodegradabili e resistenti bisogna investire qualche centesimo per salvaguardare l’ambiente e i costi di produzione.

La legge sui bioshoppers permetterà ai consumatori di ‘riciclarli’ anche nella raccolta dell’umido dei rifiuti. Inoltre tutti i negozianti che non osserveranno le regole potrebbero pagare sanzioni salatissime che arrivano fino ai 100.000 euro.

Ciò ovviamente serve a sensibilizzare il cittadino e le grandi catene di super e iper mercati ad eliminare definitivamente le buste in polietilene che da anni inquinano i mari e la terra creando danni immani alla natura e alla nostra salute.

Acquistare sacchetti biodegradabili in ”bioplastiche” è un’ottima scelta per rispettare la legge e il nostro stato di salute.

Un consiglio: comprare le buste ‘resistenti’ in stoffa o in altri materiali è un’ottima soluzione per chi vuole risparmiare qualche euro e per essere ‘green’.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.