Erdogan, incontro con Haniyeh a Istanbul. Qatar pronto a ridimensionare rapporti con Hamas

Incontro tra il leader di Hamas e quello turco, sul tavolo possibile spostamento dell'organizzazione palestinese in Turchia

Il capo di Hamas Ismail Haniyeh in Turchia, dove l’organizzazione ha un ufficio di rappresentanza dal 2011, per incontrare il presidente Recep Tayyp Erdogan nel mezzo delle discussioni in merito alla possibile rinuncia del Qatar come paese ospitante dell’organizzazione. Haniyeh, che con Erdogan ha avuto più dialoghi dall’inizio della guerra a Gaza e che considera il partner più affidabile, sottolinea una serie di punti nel suo incontro con il leader turco: tra gli altri, l’incoerenza americana che alle Nazioni Unite ha posto il veto all’ingresso della Palestina all’Onu, mentre a parole continua a chiedere a Israele di evitare di attaccare i civili.

E pone anche l’accento sull’aspetto sempre importante del post-guerra, in cui Hamas non dovrebbe essere la sola organizzazione a controllare politicamente l’enclave. Erdogan ha invece insistito sull’aspetto dell’unita delle forze palestinesi in questo momento di scontro con Israele. “Il percorso verso la vittoria risiede nell’unità”, ha detto il presidente turco, insistendo anche sull’aspetto che Tel Aviv, a suo dire, non dovrebbe “guadagnare terreno” innalzando le tensioni con l’Iran.

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Hamas pronto a lasciare il Qatar?

Questo punto non è stato citato dal leader di Hamas a Istanbul, nelle ultime ore però ha attirato le attenzioni poiché la difficoltà di raggiungere un cessate il fuoco, in questo momento pura utopia, potrebbero portare a una separazione tra il movimento palestinese e il Qatar, le cui conseguenze potrebbero essere rilevanti in sede negoziale. A ribadire questo punto non è un politico di secondo piano, ma lo stesso ministro degli esteri di Doha Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Egli, durante un incontro con il suo omologo turco, ha detto di aver subito critiche da parte di altri soggetti per il suo ruolo di negoziatore.

Non è chiaro a quale paese o leader si riferisse. Forse agli stessi Stati Uniti, il cui mediatore con il Qatar, Steny Hoyer, è stato citato da Al Jazeera come uno dei possibili motivi di disaccordo: secondo Hoyer, Doha non avrebbe avuto quel ruolo a cui auspicava e ne ha approfittato per schierarsi con Hamas. Da qui l’impossibilità di giungere a un accordo con Israele. Ma questa visione è stata rispedita al mittente.

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Incursioni israeliane a Nur Shams: 14 morti

I raid contro i civili della Striscia si accumulano mentre le tensioni in Cisgiordania aumentano a vista d’occhio. Nelle zone occupate dai coloni e controllate dall’esercito gli scontri contro i palestinesi locali stanno portando ad altre vittime, in particolare nei campi profughi dove da settimane si registrano raid di diversa intensità, l’ultimo dei quali ha causato la morte di 14 persone, come riportano le autorità palestinesi. A Nur Shams, alle porte di Tulkarem, l’esercito ha portato avanti incursioni per diversi giorni: si contano almeno 14 morti, di cui due adolescenti, secondo quanto afferma il ministero della salute palestinese che ha anche accusato l’Idf di aver attaccato le squadre mediche di soccorso. L’esercito parla invece di “10 terroristi uccisi” e di materiale bellico sequestrato.