Ex bambina vietnamita del bombardamento al napalm si sottopone ad un intervento laser per ridurre le cicatrici

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Chi non ricorda la foto storica in bianco e nero della guerra del Vietnam in cui una bambina cammina per strada nuda e piangente dopo un bombardamento al napalm – foto per la quale il fotografo vietnamita Nick Ut vinse il Pulitzer –? Era l’8 giugno del 1972. La bambina, che credeva di non sopravvivere a quel disastro scatenato per ordine Usa dalle forze aeree del Vietnam del Sud sul suo villaggio, Trang Bang, occupato dai nord-vietnamiti, ce l’ha fatta e oggi, che ha 52 anni, è ambasciatrice Unicef, è una pacifista e vive in Canada.

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Perché parliamo di lei? Perché ha deciso di sottoporsi ad un intervento innovativo di chirurgia laser per ridurre i segni delle cicatrici che quel tragico evento le ha lasciato. Cicatrici per cui prova tuttora dolore, non solo psicologico. Tuttavia quell’operazione, a distanza di 43 anni, potrebbe finalmente offrire una soluzione definitiva ai patimenti di Kim Phuc.

E’ stato un fortunato caso che la donna avesse questa possibilità: un parente di un luminare della chirurgia plastica, il prof. Jill Waibel, che esercita in Florida, ha ascoltato la sua testimonianza in una chiesa e l’ha messa in contatto con il suo illustre congiunto, che la sottoporrà all’intervento. Quest’ultimo avrebbe costi molto ingenti, ma nel caso di Kim verrà effettuato gratis.

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Sostanzialmente si tratterà di praticare con il laser fori microscopici nella pelle, che saranno poi riempiti con sostanze che serviranno a ricostruire il tessuto carbonizzato. Il tutto durerà un anno. Intanto Kim Phuc continuerà a testimoniare il dolore di quel giorno, motivo per cui crede che Dio le abbia permesso di rimanere in vita.

 

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