Finisce l’era Braccialini

Chiude un altro marchio storico del Made in Italy

Il tribunale fallimentare di Firenze ha dichiarato oggi la nota azienda Braccialini ufficialmente fallita. Si chiude così la storia della storica società fiorentina della moda, in particolare borse ed accessori, con la decisione del tribunale fallimentare di Firenze a procedere alla dichiarazione di fallimento e di chiudere quindi i battenti.

Il tribunale ha decretato nella sentenza di fallimento che: ” Per Braccialini vi era l’impossibilità tecnica di una gestione che, pur sgravata da oneri finanziari, dall’ansia delle azioni esecutive e supportata dalla collettività tramite ricorso massiccio a cassa integrazione, era ormai decotta”. Creditori non saldati, debiti non pagati e revisori dei conti disonesti hanno portato alla bancarotta della storica azienda di moda, che continua a vivere come marchio in Graziella Group che lo acquisì nel 2017 rilevandone la produzione. Per tutte le appassionate quindi continueranno ad esserci le mitiche borse molto colorate che hanno reso il marchio famoso in tutto il mondo.

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Il curatore fallimentare dovrà ora decidere come liquidare gli asset rimasti: gli immobili, un magazzino in comune con Graziella Group, che aveva anche una parte autonoma, e alcuni marchi rimasti in casa. Alcuni revisori dei conti disonesti avrebbero emesso fatture plurime  cambiandone la data ed incluso creditori chirografari anteriori al concordato in nuove fatture attraverso la spalmatura di crediti anteriori al fallimento.

Quella della Braccialini è solo l’ultima in ordine di tempo delle tante aziende italiane che chiudono per sempre a causa di operazioni contabili quanto mai dubbie ed azzardate e perché non riescono a reggere la concorrenza del moderno mondo globalizzato. La Braccialini era già coinvolta in una inchiesta per bancarotta della procura di Firenze, un’inchiesta con oltre 25 indagati, membri dei consigli di amministrazione e sindaci revisori che furono in carica tra 2011 e 2014 quando la crisi aziendale divenne lampante e più grave. Restano a questo punto da valutare i riflessi che questa chiusura avrà sull’occupazione e sull’economia della zona.