Sulla Striscia di Gaza la situazione non cambia più di tanto, con le IDF che continuano i loro bombardamenti su quel che rimane dell’enclave posta sotto assedio da Tel Aviv da fine ottobre. Nelle ultime 24 ore sarebbero 73 le vittime degli attacchi, riferisce l’ultimo bollettino del Ministero della Salute di Gaza. I feriti invece sarebbero più di 99. Otto dei morti per mano israeliana sarebbero avvenuti in una località vicino a Deir el-Balah, nel centro di Gaza.
In Cisgiordania a causa dei raid delle forze di terra israeliane contro i residenti palestinesi si contano anche diversi morti: almeno 7 tra i palestinese e due tra i soldati israeliani. A Jenin, sede del più importante e noto campo profughi della Cisgiordania occupata, un attacco aereo israeliano mirato ha colpito sette persone, uccidendole. Lo ha riferito Al Jazeera citando l’agenzia palestinese Wafa. Poche ore prima, nei pressi di uno dei posti di blocco della polizia israeliana di Jenin, un ordigno è esploso uccidendo un agente polizia e ferendone altri tre. In un altro raid le forze israeliane, a Biddu, una città del governatorato di Gerusalemme, hanno ucciso “per errore”, come hanno confermato di seguito, una bambina palestinese di quattro anni: il proiettile era partito contro un automobile che aveva accelerato nei pressi del posto di blocco.
Nel gabinetto di guerra messo in piedi dal governo di unità nazionale, guidato da Benjamin Netanyahu, Benny Gantz e Yoav Gallant, emergono intanto diversi dissidi. Dopo le recenti e controverse dichiarazioni del ministro della Sicurezza Nazionale ed esponente del partito estremista Otzma Yehudit (Potere Ebraico), Itamar Ben-Gvir, sul futuro della Striscia di Gaza e sul fatto che dovrebbe essere di nuovo rioccupata dai coloni israeliani, arrivano le critiche contro il gabinetto, accusato di lassismo nei confronti della guerra attualmente in corso. Ben-Gvir ha accusato il ministro della Difesa Gallant, dicendo che non “ha nessun mandato di fermare la guerra a Gaza”. In precedenza, il titolare della difesa al Wall Street Journal aveva accennato al fatto che a breve ci sarà la fine dell’assedio e l’inizio di operazioni speciali più mirate. A questa ipotesi il controverso ministro si è opposto veementemente.
Ben Gvir è balzato all’onore delle cronache israeliane e non per aver stilato, al fianco del ministro dell’economia Bezalel Smotrich, altro discutibile politico israeliano noto per il sua forte sentimento anti palestinese, un piano sul futuro di Gaza. Un piano che in pratica si basava, e che si basa tuttora, sull’espulsione forzata dei palestinesi dalla Striscia, un’idea che cova da sempre negli ambienti sionisti, che è stata persino cestinata dal Dipartimento di Stato Usa, cui Ben-Gvir ha risposto sui social con toni molto accesi.