Gaza: colpita scuola gestita da ONU a Rafah

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Uccisi 11 civili palestinesi in un raid israeliano che vede coinvolta una scuola gestita dall’ONU

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Nella notte di ieri 11 palestinesi hanno perso la vita in un raid aereo compiuto da Israele.

Ad essere stata colpita, una scuola gestita dall’ONU nell’area di Rafah, adibita a rifugio in cui accogliere le famiglie Palestinesi in fuga da Gaza. Un missile lanciato da un caccia avrebbe colpito l’ingresso dell’istituto -che offriva assistenza a circa 3 mila persone- situato nella città ai confini con l’Egitto, mentre alcuni rifugiati attendevano in coda di ricevere derrate alimentari. È morto anche un bambino. La sua abitazione è stata colpita da un missile proveniente proprio da Gaza, nella zona di Al Shalaq vicino alla città di Sheikh Zuweid, nei pressi della Striscia palestinese, che soffre da quasi un mese  l’offensiva israeliana “Margine Protettivo”.

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Si tratta dell’ennesima violazione di diritti umani ed internazionali da parte di Israele. Dall’inizio del conflitto, che oramai imperversa da più di 4 settimane, ad oggi il numero delle vittime palestinesi ammonta a 1822 morti. Quando sono 4686 i raid aerei che Israele ha compiuto nella striscia di Gaza, mentre dalla parte opposta 2560 razzi e proiettili di mortaio sono stati lanciati da territorio palestinese, tra cui 556 furono intercettati dal sistema anti-missilistico israeliano “Iron Dome”.

Israele si discolpa, affermando che il suo attacco era rivolto a tre militanti (terroristi della Jihad islamica) a bordo di una motocicletta, che si aggiravano nei pressi della struttura. Inoltre, ha confermata la paternità dei colpi su Rafah, affermando sta mane in un comunicato pubblicato dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che “Israele non colpisce civili palestinesi”, anche se quelle 1822 vittime, fra le quali vi sarebbero più di 200 bambini proverebbero il contrario.

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Il segretario dell’ONU Ban Ki-moon, ha commentato l’accaduto, definendolo “un oltraggio morale e un atto criminale” chiedendo che i responsabili ne rispondano dinanzi la giustizia.

Questa follia deve finire” ha asserito, indicando la tragedia come “un’altra grave violazione della legge umanitaria internazionale“.

I rifugi dell’ONU dovrebbero, di fatto, essere zone sicure e Tel Aviv conosceva bene le posizioni dei suddetti ripari. Era consapevole della scuola, di quanto vi si svolgeva all’interno e dell’importanza che questa aveva per tutti i civili e le famiglie sfollate.

Ban Ki-moon, ha inoltre aggiunto: “Questo attacco, insieme ad altre violazioni del diritto internazionale, deve essere indagato rapidamente e i responsabili devono pagare per questo“. Affermando d’altro canto, che il conflitto di Gaza tra Israele e Hamas non deve sfociare in un incremento dell’antisemitismo, riferendosi al recente aumento degli attacchi antisemiti in Europa, in nome della protesta contro l’offensiva israeliana. La discriminazione, secondo il segretario ” potrebbe avere discapito sulla pace sociale nel mondo” soggiungendo poi:” Questo conflitto deve risolversi attraverso una fine immediata delle violenze e attraverso il negoziato“.

Anche gli Stati Uniti condannano il vergognoso attacco delle forze armate israeliane intimando ad Israele di dover fare l’impossibile per evitare vittime fra i civili.

Le condanne giungono anche dall’Unione Europea, quale dichiara: ” il bagno di sangue deve finire. Deploriamo la terribile perdita di vite umane, tra cui donne e bambini innocenti” si legge in un nota firmata dai presidenti uscenti della Commissione e del Consiglio europei, rispettivamente Jose Manuel Barroso e Herman Van Rompuy.

 

La tregua umanitaria di 7 ore annunciata da Israele

In seguito all’offensiva aerea da parte di Israele, Tel Aviv ha annunciato, in un comunicato diffuso dall’esercito, la sospensione dei conflitti per 7 ore consecutive , la cosiddetta “finestra umanitaria”. Le ostilità arrestate dalle 9 – ora italiana- termineranno alle 16, ma non interesseranno l’area ad Est di Rafah, dove sarà conservata la presenza militare israeliana.

Semi Abu Zuhri, un portavoce di Hamas ha asserito successivamente la dichiarazione di tregua da parte di Israele che il cessate il fuco sarebbe un tentativo di questi per distogliere l’attenzione dai massacri israeliani.

Intanto giunge la notizia della morte di un comandante della Jihad islamica,Danyal Mansour, caduto durante un raid aereo a Nord della Striscia.

 

Il documento da consegnare all’Egitto

Alcune fazioni palestinesi hanno formulato un documento di richieste da porre ad Israele, che consegneranno all’Egitto, Paese mediatore. Le delegazione con alla guida Azzam al Ahmed, esponente di Fatah, in riunione con le autorità mediatrici egiziane ha inoltrato un testo di istanze che prevederebbe, una tregua fra i due Paesi belligeranti, il ritiro israeliano da Gaza, e soprattutto la fine dell’embargo per la Palestina.