L’austerity torna a minacciare la Grecia

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Nuove nubi da tempesta si addensano sul cielo di Atene e di tutta la Grecia: per i cittadini greci è in arrivo un nuovo periodo di austerity che sarà seguito e controllato molto da vicino dai creditori internazionali per fare sì che il governo greco si impegni nella restituzione dei prestiti e nella riduzione dell’immenso debito pubblico.

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I cittadini greci, già provati da anni di austerity voluta dalla Troika, stanno per assistere al ritorno dei principali enti finanziari e bancari mondiali nel loro Paese e sanno che molto probabilmente saranno loro richiesti nuovi ed importanti sacrifici: tagli delle pensioni e dei salari, limitazioni ai prelievi di contanti  dai bancomat e altro ancora, esattamente come era già avvenuto con la prima tranche di misure economiche restrittive. In migliaia hanno invaso le piazze di Atene e delle principali città greche per manifestare contro la nuova austerity: i cittadini non ce la fanno più a sopportare manovre economiche lacrime e sangue che hanno il solo effetto di deprimere ancora di più la fragile economia del Paese e ritorna in campo anche l’ipotesi Grexit che sembrava ormai accantonata.

La Grecia, anche se negli ultimi tempi è riuscita a produrre un avanzo primario nel bilancio e sta migliorando i conti pubblici, rimane osservata speciale da parte della Troika e gli ispettori dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale sono più che mai intenzionati a controllare bene il bilancio statale greco per vedere se le autorità elleniche stanno facendo le riforme richieste. Privatizzazioni, tagli e risparmi in tutti i settori sono solamente alcune delle misure di austerity che vengono richieste alla Grecia dai creditori internazionali in cambio di un nuovo pacchetto di aiuti che dovrebbe garantire la permanenza di Atene nell’eurozona.

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L’austerity imposta alla Grecia mal tollerata dai cittadini, che in molti casi preferirebbero la Grexit per tornare a essere padroni della politica monetaria, e la spada di Damocle delle elezioni imminenti in Olanda, Francia e Germania con i sondaggi che danno in testa i partiti euroscettici sono segnali pericolosi per il progetto comunitario che sembra incapace di capire le reali esigenze dei cittadini.

 

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