Atene, figlia di Zeus e di Meti, è considerata la dea della guerra ma – a differenza di Ares, violento e sanguinoso – ella prende in prestito i concetti di riflessione e ragionamenti calcolati. Nel mondo greco Atene rappresenta la dea della ragione e del senno ed è l’unica a riuscire a battere Ares.
Questa divinità femminile protegge i tessitori e le ricamatrice ma nonostante ciò ella continua ad essere conosciuta per la sua forza e determinazione. È rappresentata con l‘elmo in testa, con l’armatura e lo scudo in cui si trova disegnata la testa di Medusa.
Ad Atene il suo culto fu secondo a quello di Zeus e a lei fu dedicato il Partenone.
Ad Atena, o Minerva secondo la tradizione romana, si deve l’invenzione dell’olio di olivo e il suo animale è la civetta. Nei grandi occhi azzurri di quest’animale si nasconde la chiarezza e l’intelletto ecco ad Atena viene associato alla civetta.
Le feste in onore della Dea erano diverse, tra le tante ricordiamo le Panatenèe che si svolgevano ogni anno ed erano state istituite da Erittonio (figlio di Atena). Durante i festeggiamenti si svolgevano diverse attività sportive e atletiche e alla fine si teneva una cerimonia notturna che consisteva in una solenne processione verso l’Acropoli in cui veniva offerta una preziosissima veste.
In Sicilia il nome di Atena è legato anche a Encelado che era uno dei Giganti che partecipò alla Giantomachia cioè la battaglia tra i Giganti e gli dei dell’Olimpo. Durante la battaglia Encelado tentò di fuggire ma la dea Atena lo sotterrò gettandogli sopra la Sicilia. Si dice che questo il mito nacque proprio dall’attività vulcanica dell’Etna sia originata dal respiro infuocato di Encelado.
Ad Agrigento vi era un tempio dedicato ad Atena che si trovava in cima all’acropoli molto vicino a quello di Zeus che in seguito si trasformò nella chiesa cristiana di Santa Maria dei Greci. All’interno dell’edificio religioso si trovano i resti di un tempio dorico del 480-460 a.C.forse è l’Athenaion eretto da Terone nel 488 a.C. come ricorda Diodoro Siculo nelle vicinanze si trovava la Rupe di Atena.
Un altro centro molto importante greco è Camarina. Dopo aver condotto gli scavi archeologici dell’antica città fondata da Siracusa sono stati ritrovati dei resti di un tempio dedicato alla dea risalente al V secolo a.C.
Anche a Siracusa esistevano dei culti forti dedicato alla dea Atena. Nella cattedrale di Santa Maria delle Colonne sono presenti dei resti visibili dell’arte sacrale greca ne testimoniano questaSelinunte pratica rituale.
Cicerone riporta nelle sue cronache della presenza di un tempio in stile dorico a proposito di un saccheggio effettuato dal governatore romano Verre. Successivamente il tempio fu trasformato in moschea e poi in chiesa. Sul frontone di questo tempio vi si trova uno scudo dorato tanto caro ai navigatori. La struttura fu teatro anche dei culti di Dioniso e Poseidone spesso relazionati ad Atene.
Persino a Selinunte il culto di Atene era diffuso come ci dice la ‘grande tavola Selinuntina’. All’interno del Museo Nazionale Archeologico di Palermo si trova una ”reliquia” che raffigura Atena che ben fa pensare della costruzione templare in quel di Selinunte.
Il culto probabilmente si trovava anche a Termini Imerese. Al Museo Archeologico di Palermo è conservata una testa di Atena e oggigiorno si trovano i resti di un tempio considerato un po’ secondario rispetto agli altri.
L’ultimo luogo siciliano è Gela in cui è possibile prendere atto dei resti ateniensi è l’Athenaion dove è stata trovata una testa fittile di civetta attualmente presente al Museo di Siracusa. Il tempio fu costruito nel VI secolo a.C. ma visse diverse costruzioni sovrapposte data la distruzione del VII secolo a.C.