ILVA – Morti per amianto, assolti 20 imputati

Ecco l'elenco dei nomi tra i quali compare, anche, quello di Riva

Il 24 giugno la Corte d’Appello del Tribunale di Taranto, presieduta dal Giudice Patrizia Sinisi – sezione distaccata di Lecce – ha ribaltato la sentenza di primo giudizio del 2014 del giudice Simone Orazio, sulle morti di 28 lavoratori avvenute tra il 2004 e il 2010 per mesotelioma, a seguito da esposizione da amianto ed altri agenti cancerogeni all’interno dello stabilimento.

 

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Il processo chiamava a rispondere 27 dirigenti Ilva, coinvolgendo sia dirigenti della gestione pubblica – Italsider- Ilva dell’Iri – che della gestione privata, dopo la vendita alla famiglia Riva, dell’Ilva, nel 1995.

 

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Nel processo in Appello il Procuratore generale Lorenzo Lerario aveva chiesto il riconoscimento di piena colpevolezza per almeno 15 dei 28 casi portati in primo giudizio, per via delle accertata correlazione delle morti per mesotelioma a seguito di inalazione di fibre di amianto nello stabilimento, ma la sentenza ha riconosciuto la responsabilità dei dirigenti soltanto in cinque decessi.

 

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In questa sentenza si è decretata l’assoluzione piena, o per prescrizione, di almeno 20 imputati, tra cui Fabio Riva, ex dirigente Riva Fire e Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento di Taranto, che in primo grado erano stati condannati a 6 anni (imputati entrambi nel processo in corso “Ambiente Svenduto”).

 

Sono 3 invece gli ex dirigenti condannati con obbligo a risarcire le famiglie degli operai morti, tra cui Giambattista Spallanzani e Sergio Noce, direttori durante la gestione pubblica, e condannati rispettivamente a 2 anni e 8 mesi – contro i 9 anni del primo giudizio – e 2 anni e 4 mesi – contro i 9 anni e 6 mesi in primo grado, nonché Attilio Angelini, che dalla condanna di 9 anni e 2 mesi del giudizio di primo grado, in questa sentenza è condannato a 2 anni.

 

Tutti gli imputati sono stati assolti dalle diverse ipotesi di omicidio colposo, ma con attiva l’ipotesi di risarcimento civile, anche in seno all’assoluzione dal reato.