L’Isis è talmente barbara e arretrata che pareva strano che non andasse ad “accodarsi” a coloro che, in alcuni paesi del mondo, attuano ancora la caccia alle streghe. Proprio oggi è giunta la notizia che due donne siriane sono state decapitate appunto con l’accusa di stregoneria “a uso medico” – reato tra l’altro non previsto dalla sharia, la legge islamica –, rispettivamente a nella città di Deyr az Zor, capoluogo dell’omonima provincia, e in quella di Al Mayadin, nella stessa provincia ma situata più ad est, verso il confine con l’Iraq (nella foto, una delle due donne, avvolta in un niqab nero, assieme a due jihadisti, uno dei quali le legge la “sentenza”, ndr). Con le poverette sono stati uccisi a colpi di sciabola anche i mariti. Lo ha riferito l’Osservatorio nazionale siriano per i diritti umani (Ondus), organizzazione che ha sede a Londra e a Beirut. L’Isis aveva precedentemente decapitato militanti curde, ma mai donne qualsiasi.
Uccisi anche due uomini accusati l’uno di banditismo e l’altro di traffico di droga. Dopo l’esecuzione, il cadavere del primo è stato crocifisso. Altre crocifissioni sono avvenute nei giorni scorsi sempre nella provincia di Deyr az Zor: le vittime erano cinque giovani accusati di non avere rispettato il digiuno del Ramadan, il mese sacro per i musulmani. Al collo è stata messa loro la motivazione dell’atroce pena, dopo aver subito 75 frustate. I terroristi dell’Isis hanno invitato anche dei bambini ad assistere all’esecuzione, esortandoli a schernire i “condannati” e a molestarli. A noi cristiani ricorda qualcosa tutto questo?