La riforma della scuola ha passato il primo scoglio, quello del Senato, e ora approda alla Camera, dove verrà votata il 7 luglio.
Già stamattina, la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi aveva chiesto la fiducia sul testo presentato in commissione Istruzione dai due relatori Francesca Puglisi e Franco Conte. Il testo altro non è che un sunto degli oltre duemila emendamenti presentati anche dall’opposizione. Bagarre in aula, con il Movimento 5 Stelle con fasce nere sul braccio e lumini da cimitero accesi e SEL che ha esposto magliette in difesa della libertà d’insegnamento.
Sulla riforma ha parlato Susanna Camusso, leader della CGIL: “Voto di fiducia? Una pessima notizia per la scuola italiana. E’ la dimostrazione delle tante bugie dette dal presidente del Consiglio e dal suo governo rispetto alla necessità di un confronto sulla riforma”. Nuovo Centrodestra, invece, difende la riforma. Ha detto Gaetano Quagliariello: “Nell’incontro di stamattina tra i senatori di Area Popolare e il ministro Giannini è stata dissipata ogni possibile confusione che avrebbe potuto essere ingenerata da ambiguità lessicali rilevate nel maxiemendamento sulla riforma della scuola. E’ stato escluso che qualsiasi riferimento alla teoria del gender possa essere oggetto di attività scolastiche extracurriculari”.
La chiama è andata in onda alle 17.45 circa. Il testo è passato con 159 sì e 112 no: al momento della proclamazione, fischi e proteste da parte dell’opposizione. Ha scritto su Twitter la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini: “Il Senato ha detto sì a un provvedimento importante per governo e Paese. La buona scuola punto di partenza per costruire rilancio istruzione”. Il risultato finale è stato di due voti sotto la maggioranza assoluta, nonostante le defezioni dei dissidenti PD Mineo, Tocci e Ruta, in aperto contrasto con il provvedimento, e le tre assenze di Nuovo Centrodestra.
Con la riforma, il preside diventerà una specie di manager che dovrà scegliere e valutare i professori e si darà il via a un grande piano di centomila assunzioni nella scuola. Questo provvedimento, però, viene contestato dagli insegnanti, che, oggi, hanno sfilato nelle vie del centro di Roma, con momenti di tensione in Corso Rinascimento.
Soddisfatto Renzi, ma lo è ancora di più la Giannini, che ha detto: “Una giornata molto importante per il nostro governo ma anche per me personalmente perchè anche se non è il passaggio definitivo è un passaggio fondamentale approvato dai senatori con ampi numeri. E’ la prima volta che si riesce a sfondare un muro che molti ministri non erano riusciti a valicare: il muro dell’autonomia completa. Della valutazione che non era mai riuscita a entrare nella scuola, un elemento qualificante. Non mi sento assolutamente commissariata, si deve parlare quando è il momento giusto e oggi il regolamento ha suggerito che si procedesse in questo modo”.
Stefano Malvicini