La Chiesa della SS. Trinità da ex moschea musulmana a costruzione teutonica risplende oggi nell’isola del sole

Sorge in pieno storico la Chiesa della Santissima Trinità conosciuta “volgarmente” da tutti i palermitani come La Magione. Si erge sul lato meridionale della Piazza su una spianata provocata da un fortissimo bombardamento avvenuto durante i conflitti della seconda guerra mondiale dove oggigiorno presenziano diversi edifici feriti dai fuochi del ’43.

Questo edificio religioso, assieme all’Abbazia, fu creata alla fine del 1100 da Matteo D’Aiello, cancelliere normanno, e dopo pochissimo il suo protettore Tancredi (nominato Re nel 1190 ricevette la corona regia).

La Magione sfamava la città durante le carestie

La chiesa della Magione possiede un superbo monastero e chiostro inserito all’interno delle mura cittadine. Queste costruzioni rappresentavano per Palermo una sorta di giardino dell’Eden in periodi particolarmente difficili dov’era quotidiano combattere contro la carestia grazie alle discrete ma generose piantagioni di grano.

Matteo D’Aiello volle intitolare e dedicare questa chiesa alla Santissima Trinità in quanto a quel tempo vi erano numerose dottrine eretiche che ostacolavano il pensiero teologico-filosofico e spirituale cristiano.

Dopo pochissimi mesi la chiesa fu affidata ai monaci Cistercensi che San Bernardo di Chiaravalle, per gentile bontà di Re Ruggero, aveva trasferito in Sicilia qualche anno prima.

Frati Cistercensi si occuparono, curando tutti gli aspetti principali, della chiesa fino al 1197 in quanto lo svevo Enrico VI li cacciò via. La Chiesa della Santissima Trinità rientrò nel circolo delle strutture teutoniche.

Il nuovo sovrano decise di effettuare dei lavori di re-styling creando nuove cappelle all’interno della chiesa, ingrandendo il convento aggiungendo anche un ospedale che sarebbe stato destinato ai pellegrini germanici in partenza verso la Terra Santa o di ritorno.

Il complesso architettonico fu da loro posseduto sino al 1492 quando la Magione fu eretta in commenda e governata da diversi Abbati (come Cardinale Rodrigo Borgia e il futuro Papa Alessandro VI) che apportarono modifiche occultando i preziosi dettagli medievali.

Nel 1787 il Borbone re Ferdinando III aggregò la Chiesa con i tutti i beni all’ordine Costantiniano di San Giorgio.

Quando la Magione era una moschea

La Magione è stata eretta inglobando, probabilmente, una vecchia moschea di impronta fatimide (costruita durante la dominazione musulmana in Sicilia) e apparentemente si ingloba per alcune caratteristiche alle Cattedrali di Palermo, Monreale e Cefalù.

La facciata è formata da tre grandi portali, ogivali con ghiere a rincassi, il più grande è quello centrale. Più sopra troviamo cinque finestre, tre cieche al centro e due laterali più piccoli, al punto più alto vi è una finestra allineata perfettamente al portale principale.

Altrettanto carismatica è la parte posteriore della chiesa, composta da tre absidi, con degli archi intrecciati ben sporgenti.

Gli interni della Magione sono ampi e luminosi caratterizzati da una pianta a forma latina con tre absidi (simile a quella basilicale). Le navate sono separate da un colonnato con grandi archi ogivali di varie altezze con motivi floreali stilizzati e diversi tra l’altro.

Massiccio è il soffitto ligneo, un tempo dipinto, che si incastrava perfettamente alle opere d’arte (icone, dipinti e marmi decorati) adesso assenti nella chiesa.

Nell’anno corrente Palermo è la Capitale Italiana della Cultura 2018 perché non visitare questo gioiellino artistico sito a pochissimi passi dalla ex Chiesa Santa Maria dello Spasimo?

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.