Ultimamente nel web sono molto pubblicizzati gli“shirataki”, un’alterativa orientale alla nostra pasta che di certo non è ipocalorica. Ma cosa sono gli shiritaki?
Sono un tipo di spaghetti ricavati dalla radice del konjac, pianta nativa della zona subtropicale temperata asiatica. Hanno un basso contenuto di carboidrati e di calorie (100 grammi di Shiritaki hanno circa 10 calorie), quindi sono particolarmente indicati nella dieta di Dukan e in tutte le diete basate su un apporto limitato di carboidrati, oltre che un ottima alternativa alla pasta per i diabetici.
Si possono trovare nei generi alimentari asiatici e in alcuni supermercati, in forma umida e in forma secca. Uno dei principali ingredient degli Shirataki è l’estratto di glucomanno.
L’estratto di glucomannano è una polvere granulosa caratterizzata da elevata viscosità e dalla capacità di rigonfiarsi, assorbendo acqua fino a 60 volte il suo peso.
Per questo nello stomaco il glucomannano, trasformandosi in gelatina, promuove il senso di sazietà, quindi mangiando Shirataki ci sentiremmo sazi e non si presenterebbe quel senso di fame che spesso causa il fallimento delle nostre diete.
Ma possiamo davvero, con gli shirataki, sostituire la pasta?
Certo il sapore è molto diverso. Gelatinoso e per certi aspetti simile a quello degli spaghetti di soia. Nulla a che vedere con la nostra pasta. Allora, se cerchiamo un sapore simile a quello della pasta ma vogliamo un prodotto più salutare, sarebbe meglio optare per la pasta di farina di Quinoa o di Kamut.
Il prezzo oscilla dai 9,oo agli 11,00 euro.