Allarme: Isis decapita i bambini in Iraq

Continuano atrocità e violenze da parte del Califfato

La notizia é dell’agosto 2014, ma la redazione di Quotidianpost ha deciso di ripubblicarla per portare gli utenti a conoscenza di quali atrocità si sono macchiati gli integralisti islamici con le loro ideologie.

“La cristianità a Mosul non esiste più, è in corso un olocausto dei cristiani, la denuncia di Mark Arabo, uomo d’affari californiano e leader cristiano, lascia tutti senza parole ed è uno sprone a intervenire per proteggere i pochi cristiani rimasti.

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L’uomo lancia un allarme, l’Isis decapita i bambini e le loro teste vengono infisse su dei bastoni.

Secondo Mark Arabo è in corso una vera e propria pulizia etnica e nessuno fa niente per fermarla, ogni giorno i cristiani vengono perseguitati e uccisi, tutto per la loro fede profonda. Non c’è rispetto nemmeno per i bambini, che vengono obbligati a diventare dei veri soldati islamici e se si rifiutano vengono decapitati senza pietà. Tutto viene calpestato e non si può sfuggire.

Isis decapita i bambini

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Arabo definisce quello in atto in Iraq un «genocidio dei cristiani» e racconta che «i bambini vengono decapitati, le madri violentate e uccise e i padri impiccati. In questo momento tremila cristiani in Iraq sono in fuga verso le città vicine», prosegue, lanciando un appello alla comunità internazionale affinché venga offerto loro asilo.

Arabo lancia l’allarme e chiede alla comunità internazionale di intervenire al più presto, prima che sia troppo tardi. Certo l’ISIS è ormai in rotta ma le atrocità continuano. Tutti dovrebbero fare qualcosa per fermare la strage senza se e senza ma, dice Arabo.

Fermare le violenze

Dice Mark Arabo «Lo stanno facendo sistematicamente», ripete l’uomo scandendo le parole e precisando che «a Mosul esiste un parco dove sono stati decapitati bambini e le loro teste sono state infisse su dei bastoni… si tratta di crimini contro l’umanità. Stanno commettendo i più orrendi crimini che si possano immaginare».

L’uomo d’affari racconta che dopo aver pagato, i militanti dell’Isis prendono bambini e donne, facendone le proprie mogli. «Di fatto, quindi, la scelta è tra convertirsi o morire», dice. Lo Stato islamico non si arrende, continua a combattere anche se ormai il suo territorio non esiste più, e non importa se tanti miliziani sono stati eliminati dalla coalizione a guida occidentale, combatteranno fino alla fine se qualcuno non fa qualcosa.”

Le atrocità ricordate per il cambiamento

Perché essere cristiani in alcuna parte del mondo vuole dire ancora mettere a rischio la propria vita. Non è una pagina di storia di un passato lontanissimo, ma qualcosa che avviene ancora oggi, sotto i nostri occhi, ma noi non ce ne accorgiamo.

Offrire protezione ai cristiani deve essere una priorità, non possiamo più girare la testa da un’altra parte come se niente fosse. Un grido di aiuto e un segnale d’allarme sono stati lanciati, vedremo chi saprà rispondere.