L’Europa ratifica i trattati contro gli scafisti

5420140964_1d59d7a9ba_zL’Europa ha compiuto un passo avanti nel difendere i migranti dai cosiddetti scafisti, i trafficanti di uomini che, su barconi o gommoni, trasportano immigrati dal Nord Africa alla Sicilia.

A Bruxelles è stato dato il via libera alla missione EuNavFor contro i trafficanti. Ha detto Federica Mogherini, la nostra ex ministra degli Esteri: “L’obiettivo sono i trafficanti, non i migranti. E’ la prima volta che l’Unione europea affronta il tema dell’immigrazione seriamente e con una decisione presa all’unanimità meno di due mesi dopo che il Consiglio europeo ci ha incaricati di varare la missione soprattutto per salvare vite”.

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La norma prevede il sequestro e la distruzione delle navi intercettate in mare: un deterrente, insomma, di fronte all’emergenza immigrazione, di fronte alla quale, ora, l’Europa sta aprendo gli occhi. Il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha affermato di sperare che, tra qualche giorno, si arrivi a un accordo per la ricollocazione dei profughi, di modo da sbloccare le situazioni che si stanno verificando a Ventimiglia, al Brennero e a Gorizia.

Nell’arco di una settimana saranno dispiegate navi, sottomarini, aerei e droni per distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti sulle coste libiche e i rimorchiatori usati per trainare al largo quelle carrette del mare che sono la tomba di tanti migranti, anche se, per un’azione di questo tipo serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza.

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La nave ammiraglia dovrebbe essere la nostra portaerei Cavour, anche se, per ora, non è previsto l’uso dei caccia. E’ previsto l’impiego di cinque navi militari, due sottomarini, tre aerei da ricognizione, due droni, tre elicotteri e un migliaio di soldati.

L’Europa ha, inoltre, prolungato di sei mesi le sanzioni contro la Russia a causa del suo ruolo nella guerra in Ucraina. Esse proseguiranno finché Putin non cesserà le ostilità e le violazioni degli accordi firmati a Minsk tra il presidente ucraino Poroshenko e i separatisti filorussi.

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Stefano Malvicini