Ogni anno l’ong internazionale Reporter senza frontiere stila una classifica sulla libertà di stampa nel mondo e in quella del 2014 il nostro Paese scende (ahinoi) di 24 posizioni, piazzandosi al 73° posto. Precedono e seguono la Moldavia e il Nicaragua. Le cause individuate sono le sempre più frequenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte di organizzazioni malavitose e non solo. “La situazione dei giornalisti è peggiorata nettamente nel 2014 con un grande incremento di attacchi alle loro proprietà, specie le automobili”, rileva Rsf, che denuncia 43 casi di aggressione fisica e 7 di incendi ad abitazioni e vetture solo nei primi dieci mesi dell’anno. Inoltre secondo il rapporto ci sono state 129 cause di diffamazione “ingiustificate” contro i cronisti, sempre nei primi 10 mesi del 2014, mentre nel 2013 erano state 84. La maggior parte di tali cause vengono intentate da personalità politiche, e sono annoverate tra le forme di censura. I ricercatori citano la mafia tra gli “agenti non statali” che imbavagliano l’informazione, allo stesso livello di quanto fanno l’Isis, Boko Haram ed i cartelli della droga latinoamericani. Rsf cita l’organizzazione Ossigeno per l’Informazione, che nel 2014 ha rilevato in Italia 421 minacce di morte nei confronti di giornalisti (che avvengono attraverso lettere o simboli, come croci dipinte sulle automobili, o proiettili inviati via posta), con un incremento del 10% rispetto al 2013.
In generale però, il World Press Freedom Index, ripreso da Rsf, ha riscontrato un peggioramento “incontestabile” della libertà d’informazion in tutti i paesi del mondo, a causa di guerre, crescenti minacce di agenti non statali, violenze che accadono durante le manifestazioni e crisi economica.