Lizzano – Una nuova agghiacciante verità sulla morte di Giusy

La 39enne lizzanese si sarebbe potuta salvare

Cgil: “Giuseppina si sarebbe potuta salvare”, ecco perché

Un quadro a tinte fosche sospeso tra gli strumenti di legge conquistati a fatica, l’urgenza di un cambiamento riferito al rispetto della dignità delle persone, e l’assoluta consapevolezza che poco o niente è cambiato nonostante tutto”; questo è quanto asserito, in un primo momento, da Eva Santoro della Cgil di Taranto.

 

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Giuseppina – denuncia la sindacalista – era al suo primo giorno di lavoro e, nonostante la legge preveda che nessuno possa cominciare ad operare senza regolare contratto e dopo aver passato le visite mediche che ne comprovino lo stato di salute, ha perso la vita per una serie di fattori che si sarebbero potuti prevedere se la normalità, il diritto, le norme e l’umanità tornassero anche in questi luoghi di lavoro”.

 

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Giusy si sarebbe potuta salvare. E’ morta – ribadisce – perché nel suo ingaggio a nero non era previsto che passasse visita medica. Stiamo giocando con il fuoco! Da una parte abbiamo una Puglia che cresce per l’export dei suoi prodotti, dall’altra, si conferma una regione macchiata dallo sfruttamento del caporalato, si tratta di un’evidente discrasia”.

 

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Le dichiarazioni della Cisl e la Fai Cisl

 

I segretari Antonio Castellucci e Antonio La Fortuna, affermano: “Non abbiamo ancora elementi per esprimere giudizi compiuti sulle cause che hanno determinato la tragedia e sulle eventuali responsabilità connesse, anche se l’unico elemento certo, venuto fuori in queste ore dalle indagini, è l’assunzione effettuata il giorno stesso del dramma“.