Matteo Renzi dice si al reato di “omicidio stradale”

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Risale proprio a questa mattina la notizia della morte di una giovane donna polacca di 24 anni, investita all’uscita della discoteca Bellavita a Cervaro (FR) da un furgone, insieme al suo compagno. Per lei non c’è stato scampo, è stata scaraventata ad oltre 30 metri da dove è stata travolta dal mezzo e, così, è morta sul colpo. Ennesimo omicidio della strada, ennesima vittima.

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E Renzi, allora, dice: “Basta!” Forse, è finalmente arrivato il tempo di mettere fine a questa carneficina.

Il premier Matteo Renzi,  infatti, nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista dell’Associazione Amici della Polizia Stradale (ASAPS), Il Centauro, afferma che a breve verrà introdotto il reato di “omicidio stradale”, proprio per «riempire un vuoto del Codice della Strada che deve essere colmato».

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Un vuoto che ha forti ripercussioni sulla vita del nostro Paese. Ogni anno, infatti, il numero delle vittime di incidenti stradali – così come documenta l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada Onlus – è talmente elevato, da potersi paragonare ad una città di 5.000 abitanti che scompare. Tali dati sono drammatici e, per di più, non esaustivi, dal momento che vanno poi aggiunti a questi anche 300.000  feriti ed oltre 20.000 disabili gravi, vittime di una vera e propria carneficina, che vede come protagoniste le strade italiane, le auto che corrono a velocità folle, spesso senza neanche fermarsi, dopo aver travolto “qualcosa” o “qualcuno”.

Il bollettino degli incidenti del sabato sera la dice lunga, tanto che l’Unione Europea ha chiesto al nostro Governo di ridurre del 40% il numero delle vittime di incidenti stradali.

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Sul tema esistono numerose sentenze e ordinanze, ma manca una normativa vera e propria, per cui non è insolito che poi il tutto si risolva con un omicidio colposo, ma tale condanna ormai non basta più né all’opinione pubblica, né, tanto meno, ai familiari di quelle vittime, che vedono violata due volte la vita dei propri cari: prima da un autoveicolo in corsa e, poi, da una giustizia assente o, quanto meno, carente.

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Renzi sin dal 2011 ha cominciato ad interessarsi dell’argomento, firmando la proposta di legge, promossa dal comune di Firenze, dall’ASAPS, dall’Associazione Lorenzo Guarnieri e dall’Associazione Gabriele Borgogni, all’interno della quale si chiedeva un impegno del Parlamento e del Governo per mettere fine a tale lacuna legislativa e rendere omicidio stradale quello che, finora, è considerato, al più, omicidio colposo.

E se non bastasse il “solo” numero delle vittime a smuovere le coscienze popolari, significativo è anche il danno economico provocato dagli incidenti. Ricorda ancora Renzi nell’intervista che i danni provocati da questo fenomeno sono superiori a 30.000.000.000 di euro l’anno, una cifra astronomica pari al 2% del Pil.

Attualmente in Italia gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte e di invalidità. Un prezzo davvero troppo alto per un Paese, che oggi piange tanti morti ogni anno quanti ne piange una nazione in guerra. Solo che qui la guerra non c’è. Non ci sono battaglie. Non ci sono scontri. C’è solo bisogno di mettere dei limiti…alla velocità assolutamente si, ma non solo!