Migranti, il documento dopo il vertice di Malta

Il nuovo governo sembra esser riuscito a far sentire la voce dell'Italia in sede Europea

Giunti all’intesa  Malta, Italia, Francia, Germania e Finlandia sul tema dei migranti. Si è discusso a lungo per giungere ad una soluzione più adeguata che non aggravasse la posizione dell’Italia. Tale accordo sembra esser stato raggiunto, e se ne discuterà in sede nazionale il prossimo 8 ottobre nel Consiglio Affari Interni.

Cosa prevede l’accordo

L’accordo stipulato dalle cinque potenze europee prevede i ricollocamenti dei migranti sbarcati nel territorio nazionale entro quattro settimane. Tali ricollocamenti avveranno per tutti i migranti sbarcati e non solo per coloro che ottengono lo status di rifugiato. Inoltre, saranno i Paesi che accolgono i migranti a valutare le richieste d’asilo pervenute e gli eventuali rimpatri.

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Per arginare l’emergenza, verrà istituito un “porto sicuro” dove far avvenire gli sbarchi di migranti, a rotazione tra gli stati firmatari dell’accordo. Il documento stilato dagli Stati, riguarda i migranti soccorsi dalle ONG e non gli sbarchi volontari. Proprio per questo tornerà ad essere cruciale il ruolo della guardia costiera.

Il ministro dell’interno: “L’Italia non è più sola”

Il nuovo ministro dell’interno del governo giallorosso Luciana Lamorgese, ha dichiarato che l’Italia non è più sola. Infatti, il vertice tenutosi quest’oggi a La Valletta ha rappresentato un primo importante passo per un’azione comune.

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Ha poi spiegato: “Ho trovato un clima molto positivo per la politica migratoria, perché va fatta insieme agli altri Stati. Abbiamo sempre detto che chi sbarca a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentire europeo”.

Il commissario europeo Dimitris Avramopoulos ha dichiarato che man mano tutti gli stati europei si faranno carico dello “sforzo di solidarietà” e che serve un’azione di tutti per far sì che l’emergenza migratoria riesca ad essere arginata.

l’Italia ha inoltre intenzione di prevedere sanzioni per gli stati che si sottraggono alla redistribuzione dei migranti, anche se al momento tale strada non appare perseguibile.

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