uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Messina, conserva ricordi ancestrali
Montalbano Elicona è un piccolo centro medievale siciliano composto da vicoli, bagli, case in pietra e moltissimi altri gioielli. La pianta del centro città somiglia tanto a una farfalla e custodisce un cuore storico medioevale di epoca romano-bizantina.
La cittadina nasce in epoca normanna, con l’arrivo della civiltà sveva e aragonese, Montalbano Elicona giunge al suo massimo splendore e per Federico II era il suo posto preferito. Oggigiorno questa bellezza è riconosciuta anche dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia” come uno dei più affascinanti del nostro paese.
Le bellezze artistiche di Montalbano Elicona
Una delle testimonianze artistiche più caratteristiche è il Castello, edificato su pre-esistenti edifici arabo-bizantini, che si trova in alto al paese. Sul piano inferiore si erge il paltium fortificato svevo-aragonese. Estremamente superbe sono anche la Chiesa Madre dal sapore barocco e la Chiesa di Santa Caterina in stile romanico.
Nelle zone che circondano Montalbano Elicona si trovano boschi secolari che raccontano storie antiche e misteriose. L’appellativo Elicona risale all’epoca greca, quando i Dori si ispirarono al monte delle muse (l’Helikon), dandone il nome.
Vicinissima alle colonie greche di Tyndaris sul Tirreno e Naxos sullo Ionio, Montalbano Elicona aveva una posizione strategica per le questioni marittime.
Argimusco, la Stonehege siciliana
Nei pressi della contrada di Argimusco, si conserva tutt’ora la Stonehenge siciliana. Questo è l’unico sito archeologico preistorico presente nell’isola composto da grandi rocce di arenaria o granito che erano utilizzati per determinare solstizi ed equinozi tenendo conti dei raggi solari.
Tra i megaliti più apprezzati ci sono il grande teschio, la grande aquila (simboleggiava il dio del sole), la dea orante e resti di tombe ancestrali. La necropoli ha vari Dolmen, a forma di camera, e 500 sepolcri a Tholos (i cubbitari) che sono simili ai trulli pugliesi.
Queste costruzioni misteriose rimangono ancora un enigma sia per antropologi che per gli archeologi. Nonostante i numerosi studi e analisi condotte, si ipotizza che i popoli megalitici basassero la loro esistenza sul cambio delle stagioni dato che osservavano moltissimo il cielo. Il firmamento era la base delle loro credenze religiose tant’è che le celebrazioni dei cicli astrali erano, probabilmente, alla base della loro quotidianità.