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Netanyahu annuncia lo stato di guerra. Botta e risposta tra Hezbollah ed Israele in Cisgiordania

Gli scontri tra le forze israeliane e quelle di Hamas continuano in più punti con centinaia di morti nelle ultime ore, sia da una parte che dall’altra. Il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu ha intanto annunciato lo stato di guerra, il che permette al capo del governo di avere poteri speciali e di intervenire in maniera più massiccia nelle operazioni pianificate con le forze armate. Netanyahu prima di ratificare la clausola di guerra non ha consultato la Knesset, il parlamento israeliano, ma ha avuto soltanto un colloquio con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, il ministro della Difesa Yoav Gallant e altri membri militari.

L’annuncio arriva al termine di una domenica di sangue dove le forza israeliane hanno attaccato diversi edifici di Gaza, tra cui uffici e appartamenti di Hamas, e costretto gli oltre 2,3 milioni di palestinesi a trascorrere la notte senza elettricità. Oltre 400 attacchi sulla Striscia di Gaza sono stati condotti dalle prime ore del mattino. Fino a questo momento tra i palestinesi si contano almeno 370 morti e 2.200 feriti, un dato destinato ad aumentare nelle prossime ore. Secondo i media israeliani invece i morti causati dai raid di Hamas sono oltre 600 con l’esercito che ha annunciato che almeno 26 soldati sono stati uccisi nel corso delle ultime ventiquattro ore.

Se a sud si teme un attacco di terra israeliano contro la Striscia, il che aumenterebbe di molto il tasso di pericolosità del conflitto, più a nord, al confine con la Cisgiordania, l’esercito israeliano ha avuto uno scontro a fuoco con il gruppo libanese Hezbollah sollevando non poche preoccupazioni. L’organizzazione paramilitare ha affermato di aver lanciato “razzi guidati e artiglieria” su tre postazioni nelle fattorie di Shebaa, territorio conquistato da Israele nella Guerra dei Sei Giorni ma rivendicato da Beirut.

L’IDF hanno detto di aver sparato in risposta all’attacco dell’organizzazione in un’area del Libano dove erano partiti i colpi di mortaio. Sarebbe stata colpita l’area di Har Dov, non lontana da Shebaa, che per Tel Aviv è un territorio di sua competenza.

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