Niger, manifestazioni e scontri davanti all’ambasciata francese: alta tensione nel Paese

Manifestazioi davanti all'ambasciata francese presente nel paese africano. Macron: "Risponderemo"

A Niamey la situazione è sempre più caotica a distanza di quasi cinque giorni dalla presa del potere della giunta militare guidata dal generale Abdourahamen Tchiani che prima faceva parte della guardia presidenziale. Il presidente prima in carica Mohamed Bazoum – il primo a essere eletto dopo l’indipendenza del 1960 – è stato trattenuto dai militari e sarebbe stato deposto perchè non troppo abile nel garantire la sicurezza nel Paese del Sahel, affermano i militari.

Sabato in serata il generale Tchiani è intervenuto in televisione leggendo una dichiarazione e presentandosi come “presidente del Consiglio Nazionale per la salvaguarda della patria“. Ha parlato principalmente di temi relativi alla sicurezza tra cui anche l’imminente incontro dell’ECOWAS, organizzazione che riunisce gli stati dell’Africa Occidentale.

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Essa, in vista dell’incontro che si terrà ad Abuja (Nigeria) dove si parlerà proprio della situazione politica in Niger, potrebbe confermare sanzioni contro il paese avendone diritto legale. Oltre a ciò potrebbero essere presi provvedimenti di natura economica e relativi alle frontiere.

Il portavoce della giunta, il colonnello Amadou Abdramane, ha detto che “l‘obiettivo della riunione dell’ECOWAS è approvare un piano di aggressione contro il Niger attraverso un imminente intervento militare a Niamey in collaborazione con altri paesi africani che non sono membri dell’ECOWAS e alcuni paesi occidentali“.

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Intanto di fronte all’ambasciata francese di Niamey e a seguito della decisione di Parigi di sospendere gli aiuti al paese del Sahel, migliaia di persone hanno manifestato contro il Paese europeo – che ricordiamo ha nel Paese un contingente di oltre 1.500 soldati – tentando di scavalcare i muri per entrare nell’edificio, riferisce AFP. Sono stati sentiti cori contro i francesi e molte bandiere russe sono state viste durante le manifestazioni.

Pronta la reazione dell’Eliseo, con il presidente Francese Macron che ha promesso una “risposta immediata” contro chi tenta di “attaccare cittadini, militare e diplomatici francesi“. Condanne sono arrivate anche dal rappresentante della politica estera europea Josep Borrell, mentre dagli Stati Uniti promettono assistenza nei confronti di Bazoum.

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