Il nuovo governo presenta inquietanti retroscena. Era appena nato e stava già precipitando in una crisi irreversibile.
Questa volta Matteo Salvini non c’entra: Luigi Di Maio e Giuseppe Conte sono finiti ai ferri corti e, per un pelo, non è saltato tutto.
Nuovo governo: la lite tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio
Repubblica ha scoperto il retroscena e descritto uno scontro feroce tra Conte e Di Maio durato ben 40 minuti nell’ufficio del premier.
Il motivo della lite è stata la nomina di Riccardo Fraccaro a sottosegretario della presidenza del Consiglio.
Di Maio ha puntato con decisione sul suo fedelissimo, ma Conte gli ha risposto che non poteva accettarlo.
La nomina di Fraccaro avrebbe scatenato la reazione di tutti coloro che lo considerano pupillo della Casaleggio Associati.
A parere di Conte, sarebbe stato molto meglio nominare Roberto Chieppa, segretario generale di palazzo Chigi.
Secondo le indiscrezioni di Repubblica, Conte avrebbe cercato di tenere il punto per fare capire a Di Maio che la scelta di Fraccaro non era appropriata.
A questo punto, si sarebbe scatenato il finimondo con una lite feroce e Di Maio ha sbattuto la porta alle 10,20 di ieri mattina.
Nuovo governo: l’inquietante retroscena che ha permesso a Di Maio di spuntarla su Conte
La presentazione in ritardo della lista dei ministri dipende quindi da questa casella, riempita alla fine proprio con il nome di Fraccaro, che non andava a posto.
Di Maio l”avrebbe spuntata su Conte con un ultimatum: “O lui o salta tutto. Se non accetti questa condizione, per me possiamo chiuderla qui“.
La minaccia ha ottenuto l’effetto sperato, ma non senza conseguenze.
Conte ha accettato obtorto collo Fraccaro e non mancheranno tensioni, in assenza della compensazione dei vicepremier che la coalizione giallo-rossa non prevede.
Tuttavia, Di Maio ha accettato con poco entusiasmo la Farnesina. Avrebbe preferito il vicepremierato e magari il ministero dell’interno.
In conclusione, Conte e Di Maio hanno ceduto su qualcosa e quest’ultimo ha maldigerito il veto del partito Democratico sul suo ruolo di vicepremier.
Come reazione, ha sbattuto i pugni e urlato sulla nomina di Fraccaro, a costo di distruggere il governo ancora prima di farlo nascere.
Inevitabilmente, i rapporti tra premier e ministro degli Esteri saranno segnati da una frattura profonda, con il rischio di altri scontri al calor bianco.
Nuovo governo: l’inquietante retroscena di una crisi pronta da mesi
Ma i retroscena inquietanti del nuovo governo non finiscono qui.
Francesco Verderami sul Corriere della Sera ricostruisce la crisi del governo tra Movimento 5Stelle e Lega, confermando che covava da mesi.
Secondo Verderami, la crisi non ha colto nessuno impreparato. Salvini ha aperto formalmente la crisi lo scorso 8 agosto ma attenzione agli eventi precedenti.
Da mesi, l’esecutivo giallo-verde perdeva colpi, la macchina era inceppata e le liti continue.
Specialmente nel centro-destra, si chiedeva a Salvini di staccare la spina dopo la vittoria leghista alle elezioni europee.
Il casus belli non nasce l’8 agosto perché la vera data spartiacque è il 16 luglio.
Quel giorno, partito Democratico e 5Stelle hanno votato compatti per Ursula von der Leyen che diventa presidente della commissione Europea.
Matteo Salvini non era d’accordo ma Giuseppe Conte e Luigi Di Maio hanno proseguito per la loro strada.
La spaccatura nella votazione europea ha provocato un effetto valanga con le conseguenze che conosciamo.
Partito Democratico e 5 Stelle prendono l’iniziativa
Nemmeno una settimana dopo (il 22 luglio), Dario Franceschini, nuovo ministro dei beni culturali, rilasciava al Corriere un’intervista dichiarando che “i Cinquestelle sono diversi dalla Lega” e si appellava a Conte e a Roberto Fico perché “insieme possiamo difendere certi valori“.
Nel frattempo, gli scontri Lega-5Stelle sono continuati anche dopo la campagna elettorale per le europee.
Dalla Tav alla riforma delle autonomie, fino ai problemi della giustizia, ogni provvedimento aggravava sempre più l’insofferenza nella coalizione giallo-verde.
Verderami prosegue la ricostruzione ricordando che due giorni dopo l’intervista di Franceschini, il premier Conte ha chiarito in Senato che “in questo consesso tornerò se ci fosse una cessazione anticipata del mio incarico“.
Le informazioni della Lega
Salvini sapeva quindi che tra Pd e 5Stelle ci fosse una trattativa sotterranea e aveva commentato la dichiarazione di Conte come un chiaro tentativo di trovare voti per una nuova maggioranza “come si cercano funghetti in Trentino“.
Nuovo governo: inquietanti retroscena. Le dichiarazioni di un esponente Pd al Corriere della Sera
A questo punto, entra in scena un autorevole esponente del Pd che, in cambio dell’anonimato, rivela al Corriere tutti i dettagli della crisi d’agosto:
- La crisi parte da due scommesse contrapposte
- Salvini sa che Pd e 5Stelle vogliano accordarsi ma non crede che riusciranno a formare una maggioranza alternativa, sfidando gli elettori e dopo essersi insultati per anni
- La Lega punta quindi alle elezioni, decidendo di rompere con i 5Stelle
- La scommessa del Pd e 5Stelle è opposta: formare un governo per evitare le elezioni e tenersi pronti perché Salvini avrebbe aperto la crisi entro l’estate
- L’azzardo di Pd e 5Stelle è stato enorme e su questo Salvini non aveva torto, ma ha sottovalutato che le due forze lavoravano da tempo all’intesa
- Il segretario del Pd Nicola Zingaretti avrebbe preferito votare, convinto della vittoria di Salvini, ma la Lega si sarebbe impantanata con la nuova finanziaria
- Gli altri esponenti del Pd lo hanno tempestato di telefonate per fargli cambiare idea, perché la vittoria del leader leghista avrebbe potuto essere devastante per il Pd
- Il partito di Zingaretti temeva che Salvini si consolidasse come Viktor Orbán in Ungheria
- Zingaretti si è piegato al suo partito ma ha voluto che Matteo Renzi parlasse in Senato
- L’ex premier fiorentino non si è fatto pregare e ha pronunciato un discorso di amorosi sensi verso i 5Stelle, invitandoli a sotterrare l’ascia di guerra dopo anni di scontri feroci.
Una crisi di governo pilotata con una maggioranza alternativa costruita nel tempo
Il Pd accetta di cooperare con i 5Stelle puntando su Conte che pronuncia un discorso al calor bianco contro Salvini in Senato.
La paura di una rivolta degli elettori 5Stelle contro l’intesa con il Pd preoccupa Di Maio, ma Beppe Grillo sostiene l’alleanza a spada tratta.
La piattaforma Rousseau fa il resto e Salvini non riesce a riconciliarsi con Di Maio neppure candidandolo a palazzo Chigi.
Grillo bacchetta Di Maio sul raddoppio da 10 a 20 punti del programma temendo che la trattativa salti all’ultimo momento.
In pratica, Salvini ha azionato il detonatore, ma Pd e 5Stelle hanno favorito l’esplosione della crisi, lavorando dietro le quinte per evitare le elezioni.
Secondo Verderami, nasce il governo più sbilanciato a sinistra, mentre la maggioranza degli italiani è orientata a destra.
In queste condizioni, fare decollare il governo e concludere la legislatura è una vera scommessa per la coalizione giallo-rossa.
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