“Cella troppo piccola e buona condotta”. Queste le motivazioni che hanno portato il legale di fiducia (Luca La Tanza) di Michele Misseri ad effettuare un reclamo ai sensi della normativa svuota carceri, per lo sconto della pena. La richiesta è stata accolta dal magistrato di sorveglianza di Lecce Stefano Sernia. Così il contadino di Avetrana che 13 anni fu accusato di soppressione di cadavere della nipote Sara Scazzi, uscirà dal carcere 41 giorni prima di quanto stabilito dalla Corte di Cassazione.
L’uomo, che oggi compie 69 anni, venne condannato in via definitiva per la soppressione del cadavere della giovane che al momento dell’accaduto aveva solo 15 anni. Attualmente sta scontando la sua pena all’interno della casa circondariale di Lecce. Il suo avvocato ha presentato un documento di 15 pagine per esporre le motivazioni che lo hanno portato ad effettuare il reclamo: precarie condizioni di vivibilità nella struttura penitenziaria del capoluogo salentino, nel periodo che va dal 9 marzo 2017 fino alla fine del 2022.
“Zio Michele” è considerato un “detenuto modello”
Misseri, infatti, vivrebbe attualmente in una cella in cui a disposizione di ciascun detenuto non ci sono neppure 3 metri quadrati e dove non ci sono né la doccia né l’acqua calda. Infine, “Zio Michele” sarebbe un “detenuto modello”: svolge diversi lavori, fa volontariato ed ha frequentato corsi di pittura e di falegnameria.