Onu contro sale e grassi, ma penalizza i prodotti italiani

Anche l'Onu contro il made in Italy

“Facciamo muro contro questi pazzi che vogliono paragonare i nostri prosciutti; i nostri formaggi; il nostro olio a un pacchetto di sigarette. La dieta mediterranea fa bene alla salute e lottiamo per tutelare il #MadeInItaly” dice il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio su Twitter.

La nuova iniziativa delle Nazioni Unite contro sale, zuccheri e grassi investe in pieno tutti i prodotti made in Italy, soprattutto salumi e formaggi, accusati di essere troppo grassi e di fare aumentare il colesterolo. Ma il governo risponde per le rime agli esperi dell’ONU ed ha deciso di lottare per salvaguardare i nostri prodotti ingiustamente penalizzati.

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Cosa dicono le Nazioni Unite

Secondo le Nazioni Unite è ora di diminuire tutti quei cibi troppo calorici perché fanno male alla salute, innalzano il colesterolo e alla lunga possono provocare dei danni anche molto gravi.

Peccato che nella lista nera compare quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che l’Unione Europea e le stesse istituzioni internazionali dovrebbero invece tutelare. I nostri prodotti con la sigla Dop infatti dovrebbero essere considerati delle eccellenze da difendere, non dei pericolosi agglomerati di grassi da togliere dalla nostra dieta.

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La sfida del governo

I nostri prodotti sono stati etichettati come cattivi ”sulla base di un modello di alimentazione artificiale ispirato dalle multinazionali che mette di fatto in pericolo – denuncia la Coldiretti, “il futuro prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari. Non esistono cibi sani o insalubri, ma solo diete più o meno sane” conclude il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di “un pericolo rilevante per il Made in Italy agroalimentare che nel 2018 ha messo a segno un nuovo record delle esportazioni con un +3% nei primi sei mesi dopo il valore di 41,03 miliardi del 2017”.

Il governo non demorde e lotterà fino all’ultimo perché i nostri prodotti non vengano etichettati in modo negativo solo secondo un modello alimentare sbagliato che non tiene dei benefici della dieta mediterranea.