Polar Vortex : cambiamento climatico in atto

Gli Stati Uniti vicini all" Alba del giorno dopo". Sale il bilancio delle vittime per congelamento, mentre sembra critica la situazione climatica globale.

Il “Polar Vortex” che ha colpito gli Stati Uniti nei giorni scorsi, ha provocato ad oggi 21 morti e diverse vittime da congelamento.

Sono quasi 50, le persone che sono state curate al John H. Stroger Jr. Hospital di Chigago, come riportato dalla CNN: i medici hanno cercato di salvare gli arti delle persone che si sono presentate in questo ospedale, intervenendo su 12 pazienti nelle ultime 24 ore.

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“È una situazione orribile”, ha detto il Dr. Stathis Poulakidas, responsabile dei servizi di Burn and Wound Care presso la Cook County Health. Poulakidas ha riferito di aver visto “orribili ferite a piedi e mani” a causa delle temperature estreme di Chicago.

Noreen Keeney, portavoce di Cook County Health, è dell’idea che anche se le temperature inizieranno a salire venerdì, ci si aspetta  un aumento dei casi di congelamento, di persone che rimandano le cure mediche.

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Un gelo record

E oltre al freddo record, gli stati di Michigan e Minnesota sono ora anche alle prese con un’emergenza energetica: le aziende che forniscono energia,  hanno invitato i clienti ad abbassare i termostati per conservare il gas. Il governatore del Michigan ha chiesto di regolare i termostati dei riscaldamenti a non più di 17 gradi centigradi  dentro le abitazioni, per evitare sovraccarichi o consumi sopra le potenzialità.

Freddo artico e cambiamento climatico

Sicuramente molti di voi, ricordano il film “The Day after tomorrow- L’alba del giorno dopo “, un film del 2004 diretto dal regista Roland Emmerich. Una storia di “”fantascienza apocalittica” elogiato per gli effetti speciali ma criticato per le numerose inesattezze scientifiche.

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L’apocalittico film, sembra invece oggi avvicinarsi alla realtà: Sybren Drijfhout, professore e ricercatore dell’ Università di Southampton, ha portato a termine uno studio, basato sul modello ECHAM realizzato dall’ Istituto Max-Planck di Amburgo. Il ricercatore ha rilevato che “se il riscaldamento globale continua a questi livelli, nel giro di  circa 20 anni tutta la Terra potrebbe raffreddarsi”, provocando un tracollo globale delle temperature, con scenari simili a quelli visti negli Stati Uniti in questi giorni.

In effetti ,anche una recente ricerca scientifica mostra una relazione tra un Artico che si scioglie e un clima invernale estremo.

Gli effetti del riscaldamento globale

Nonostante le attuali ed intense ondate di freddo, le temperature globali sono aumentate costantemente. Gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi mai registrati e ci sono tutte le indicazioni che questa tendenza al riscaldamento globale continuerà.

Ci sono state alcune scoperte scientifiche piuttosto significative nell’ultimo anno: mentre studi precedenti riguardavano solo pochi mesi o un anno di dati, gli autori di un recente  studio di Nature Communications hanno  analizzato dati risalenti al 1950, scoprendo una forte relazione tra le calde temperature artiche e il rigido clima invernale ad est delle Montagne Rocciose, in particolare negli Stati Uniti orientali.

I ricercatori hanno anche confermato un andamento degli inverni più freddi e delle più frequenti ondate di aria fredda in Siberia, a seguito della perdita di ghiaccio nei mari di Barents-Kara nel tardo autunno. In  un altro studio , gli scienziati hanno scoperto che negli ultimi 37 anni, i vortici polari indeboliti si sono verificati più frequentemente, consentendo all’aria gelida di sfuggire all’Artico . Questo aiuta a spiegare i trend di raffreddamento osservati nell’Eurasia a latitudini medie.

Il cambiamento ci condizionerà tutti

Gli esperti hanno quindi stabilito un legame “tra riscaldamento artico, perdita di ghiaccio marino e schemi meteorologici più persistenti” nel Nord America. Quando le condizioni meteorologiche si “bloccano” e perdurano per molti giorni, possono infatti causare siccità prolungate e dannose, ondate di freddo e ondate di calore.

Nonostante i dati e le ricerche, purtroppo la nostra comprensione sulla connessione tra un clima caldo artico e condizioni meteorologiche estreme è ancora in evoluzione.

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha pubblicato la sua” Artic Report Card ” alcune settimane fa, facendo il punto attraverso i recenti studi sul clima e sul rapporto tra riscaldamento artico e condizioni meteorologiche estreme. Lo studio ha concluso come le motivazioni per cui l’Artico si stia rapidamente surriscaldando e sciogliendo, influenzi le condizioni meteorologiche più estreme e “ manterrà gli scienziati occupati per anni a venire“.

Come afferma il rapporto, il cambiamento che sta avvenendo nell’estremo Nord, ci condizionerà tutti, sempre di più.

di Monica Ellini