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Polonia, portavoce del governo: “Nel 2024 fine ai finanziamenti per i rifugiati ucraini”

In una intervista rilasciata alla principale agenzia di stampa polacca, PAP, il portavoce del governo polacco Piotr Müller ha dichiarato che Varsavia porrà fine ai finanziamenti finora erogati a favore dei rifugiati ucraini a partire dall’anno prossimo. Secondo Müller, i finanziamenti facevano parte di un piano di aiuti soltanto temporaneo e che secondo la legislazione in vigore durerà fino al primo trimestre del 2023.

Queste decisioni, prese dopo lo scoppio della guerra, sono temporanee, e questo è tutto quello che posso dire“, ha risposto Müller alla domanda sull’estensione dell’aiuto ai profughi ucraini. Il portavoce ha citato una legge emanata dal parlamento polacco dello scorso 12 marzo 2022 che fa riferimento proprio ai finanziamenti da attuare a favore dei rifugiati di guerra, non solo ucraini. Secondo i dati ufficiali, dal febbraio 2022 sono giunti in territorio polacco oltre 5,7 milioni di cittadini ucraini in fuga dal loro paese.

Al netto di tutto, le parole di Müller manifestano tutta la volontà da parte polacca di porre fine a quel legame politico-militare con Kiev che pareva incrollabile soprattutto perché la Polonia, come è noto, è uno dei Paesi più avversi alla Russia. Tuttavia, a partire dalle richieste eccessive di Kiev in merito alla cessione spropositata di armamenti e alla situazione inerente all’embargo sul proprio grano, su cui peraltro Varsavia punta assieme ad altri paesi come Ungheria e Slovacchia per non danneggiare il proprio mercato interno, i legami si sono sempre più deteriorati.

In risposta alla manovra polacca di voler porre restrizioni sul grano ucraino, Kiev ha denunciato il governo polacco presso l’Organizzazione mondiale del Commercio. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, all’indomani della decisione di Varsavia di agire in concerto con Budapest e Bratislava, ha accusato i funzionari polacchi di sostenere la causa russa.

A conferma della crisi politica tra i due paesi, arrivano le parole del ministro degli esteri polacco Zbigniew Rau, il quale ha dichiarato che per sistemare i rapporti tra Ucraina e Polonia dovranno essere messi in campo molti sforzi, perlopiù di natura diplomatica.

Oltre alla questione del grano, su cui tanto si è dibattuto, ciò che ha rotto i rapporti tra i due vicini è stato il discorso del presidente polacco Andrzej Duda che paragonò Kiev a un “uomo che sta annegando” e “che rischia di annegare coloro che cercano di salvarla”. La fine della cessione delle armi in dotazione ai polacchi, unite al caos politico che sta avvenendo nel Congresso Usa, potrebbe mettere a rischio quel che rimane della controffensiva ucraina.

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